Riscaldamento globale: anche gli uccelli si stanno rimpicciolendo

di Redazione Commenta

aquila in gabbia

Tempo fa ci siamo occupati di un fenomeno strano che stava accadendo in Scozia. Una specie tipica di pecora si stava rimpicciolendo a causa del riscaldamento globale. Sembrava dovesse essere un accadimento speciale, ed invece secondo alcuni ornitologi, pare essere un evento piuttosto diffuso, anche tra gli uccelli.

Esistono infatti alcune specie di volatili, a diverse latitudini, specialmente più verso Nord, che lentamente e progressivamente stanno diventando sempre più piccoli. E’ noto infatti che gli uccelli che vivono vicino all’Equatore sono più piccoli rispetto a quelli che vivono nei territori freddi alle estremità del mondo. Questo è un adattamento evolutivo in quanto un animale piccolo disperde il calore molto più velocemente rispetto ad uno più grande.

Purtroppo però sta accadendo che a causa dei mutamenti climatici, i gradi del termometro anche nei Paesi nordici stanno aumentando, e così l’evoluzione della specie porta anche gli uccelli a mutare. Ad osservare questo fenomeno sono stati alcuni ricercatori australiani che hanno rilevato come all’aumentare delle temperature medie di 0,7 gradi sia corrisposta una diminuzione di quasi il 4% nelle dimensioni di alcuni uccelli.

La ricerca è stata effettuata su 500 volatili di 8 specie diverse, i cui esemplari odierni sono stati confrontati con quelli conservati nei musei sin dal 1800. Misurando le lunghezze dell’apertura alare, è stato notato come tutte le 8 specie fossero mutate nel corso degli ultimi due secoli, e lo scarto andava da 1,8% fino ad un preoccupante 3,6%. La biologa Janet Gardner dell’Australian National University, che ha condotto la ricerca, ha escluso che la causa di questa mutazione possa essere l’alimentazione, dato che è rimasta più o meno la stessa. L’unica spiegazione plausibile è che essa sia dovuta ad un cambiamento delle temperature, che ha fatto rimpicciolire gli esemplari per poter sopportare meglio il calore.

La ricerca è stata pubblicata sulla rivista Proceedings of the Royal Society.

Fonte: [Ansa]

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non verrà pubblicato.

You may use these HTML tags and attributes: <a href="" title=""> <abbr title=""> <acronym title=""> <b> <blockquote cite=""> <cite> <code> <del datetime=""> <em> <i> <q cite=""> <s> <strike> <strong>

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.