Rischio frane per 5.500 comuni italiani

di Redazione 1

messina inondazioneUna tragedia annunciata quella di Messina. Ma in Italia mettere in guardia dai pericoli di un’edilizia troppo invasiva e di un disboscamento suicida a poco serve. Sono documenti, relazioni, che finiscono in un cassetto, mettendo a tacere la coscienza di chi li ha redatti, non solleticando nemmeno quella di chi dovrebbe leggerli, e non giungengo neanche sul tavolo di chi dovrebbe prendere provvedimenti. Un non-iter, insomma, che ha portato alla morte nel fango di decine di innocenti, mentre nel fango e nella vergogna dovrebbero essere seppelliti i veri responsabili della tragedia. La situazione della provincia di Messina non è certo un caso isolato.

In Italia i comuni a rischio frane sono 5.500. A denunciarlo è Antonio Coviello, docente nella Seconda Università di Napoli ed esperto del CNR-Consiglio Nazionale delle Ricerche (IRAT). Coviello ha elencato i comuni nei quali il rischio di calamità naturali, più alto a Sud con 82 comuni in pericolo nella sola Campania, è tale da necessitare un cambio immediato nei piani regolatori degli stessi.

In una lettera indirizzata al presidente del consiglio silvio berlusconi (il minuscolo è mio), Coviello spiega:

Le catastrofi naturali  costano allo Stato due miliardi all’anno. Un impegno che, in un Paese con un territorio in gran parte a rischio, potrebbe essere sostenuto più efficacemente con una polizza assicurativa mista pubblico-privata, coperta a livello comunitario. Il denaro ‘risparmiato’ dallo Stato verrebbe così utilizzato per prevenire tali disastri, intervenendo con politiche di risk management sul territorio.

Come riportato dall’Ansa:

Secondo i dati ufficiali del ministero dell’Ambiente, sono a ”rischio elevato” calamità naturali l’89% dei comuni umbri, l’87% di quelli lucani, l’86% in Molise, il 71% in Liguria e Val d’Aosta, il 68% in Abruzzo, il 44% in Lombardia. Quanto alla Campania ci sono 291 comuni a rischio idrogeologico e 82 che devono subito rivedere i loro piani regolatori.

Ora il punto è: questi dati, peraltro che non ci dicono nulla che già non sapessimo sul rischio idrogeologico di molti dei nostri comuni, verranno presi in seria considerazione, o continueremo ad assistere ad una tragedia annunciata dopo l’altra?

Commenti (1)

  1. “Un non-iter, insomma, che ha portato alla morte nel fango di decine di innocenti, mentre nel fango e nella vergogna dovrebbero essere seppelliti i veri responsabili della tragedia.” Ben detto Paola. Mi sento particolarmente vicino alle vittime in quanto siciliano (Palermo).

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