Sacchetti di plastica, si o no?

di Redazione Commenta

E’ polemica sui sacchetti di plastica e ora scendono in campo le associazioni ambientaliste che denunciano l’eliminazione del provvedimento anti shoppers di plastica dal decreto Milleproroghe. Alcuni giorni fa un comunicato stampa diramato dal Ministero dell’Ambiente rassicurava che erano al vaglio nuove sanzioni e multe più severe per i produttori di sacchetti di plastica e che il passaggio agli shoppers ecologici era ormai giunto. Ma a quanto pare, non è così.

Se da un lato il ministero rassicura associazioni ambientaliste e consumatori che

Non c’è nessuna marcia indietro sul divieto delle buste di plastica non biodegradabili la cui commercializzazione in Italia era e resta vietata

e che il mancato inserimento della normativa nel decreto Milleproroghe di fatto non va ad abrogare il provvedimento già in atto, dall’altro ci sono Legambiente e FareAmbiente, movimento ecologista europeo, che non la pensano allo stesso modo, anzi. Vincenzo Pepe, presidente di FareAmbiente, ritiene che l’uso degli  shopper biodegradabili peggiorerà la qualità ambientale perché

Gli shopper cosiddetti ecologici sono tutto tranne che questo. Mi stupisce che una grande associazione ambientalista come Legambiente abbia invece preso una posizione assolutamente a favore di prodotti che utilizzano mais come materia prima sottraendo così immense coltivazioni all’alimentazione umana e animale. La verità è che non sono solo gli shopper a base di mais a essere biodegradabili, esistono anche appositi additivi certificati che aggiunti alla normale lavorazione degli shopper classici danno gli stessi risultati.

Leggiamo le parole di Stefano Ciafani, vice presidente di Legambiente

L’Italia ha un nuovo primato internazionale, dopo quello relativo al bando dei sacchetti usa e getta tradizionali: gli unici ambientalisti favorevoli ai sacchetti di plastica. Non ci risulta infatti che esistano al mondo ambientalisti, veri o presunti, schierati a favore dell’uso dei sacchetti di plastica in polietilene, come quelli fatti con gli additivi chimici che sarebbero stati banditi con l’articolo del Milleproroghe che poi è stato fatto sparire in modo subdolo da una manina all’insaputa dei ministri Clini e Passera.

Per l’associazione ambientalista

L’alternativa delle bioplastiche è una grande innovazione che va conosciuta nei dettagli prima di dare giudizi sommari. Sostenere che la loro produzione affami il mondo perché toglie spazio alle colture alimentari vuole dire non conoscere il settore, che usa anche materiali vegetali di scarto che non avrebbero altri utilizzi.

[Fonti: Ansa; Adnkronos]

[Photo Credit | Thinkstock]

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