Sacchetti di plastica banditi anche in Italia dal 2011

di Redazione 11

Con colpevole ritardo l’Italia si adeguerà agli altri Paesi europei nella sostituzione degli inquinantissimi sacchetti di plastica. Dal primo gennaio 2011 infatti questi saranno messi al bando in tutta la nazione, e saranno sostituiti da quelli biodegradabili.

Una decisione tardiva, ma come si dice, meglio tardi che mai. Ad annunciarlo è stato il sottosegretario all’Ambiente Roberto Menia rispondendo ad una interpellanza presentata alla Camera da Giulia Cosenza (Fli), ma anche dopo diverse richieste di associazioni ambientaliste, con Legambiente in testa, e persino dell’Europa che con la norma tecnica comunitaria EN 13432 aveva di fatto reso illegali gli shopper.

Ancora siamo indietro per quanto riguarda la sostituzione con contenitori più ecologici come i sacchi di iuta riutilizzabili, ma spiega Menia

è previsto l’avvio di un programma sperimentale volto a promuovere la progressiva riduzione della commercializzazione dei sacchetti non biodegradabili.

Il ministro dell’Ambiente Stefania Prestigiacomo era chiamata nei giorni scorsi a decidere sulla proroga alla legge sulla messa al bando di tali sporte, in quanto secondo l’Ue non erano più tollerabili, ma ogni Paese poteva decidere in autonomia quando e come eliminarle. Ma gli appelli piovuti da ogni parte, affiancati all’opportunità di convertire la produzione degli shopper in plastica in buste biodegradabili con una durata di vita di non più di due anni (contro i quasi mille di un sacchetto normale), hanno accelerato il processo.

Il sottosegretario ha annunciato che per raggiungere questo scopo è stato stanziato un milione di euro, investito per “accompagnare” un radicale cambiamento dei comportamenti e del costume degli italiani. Il Governo si impegna così ad analizzare il ciclo di vita dei sacchetti biodegradabili, ad avviare una campagna di informazione per sensibilizzare la popolazione, e soprattutto a distribuire gli shopper più ecologici.

Il ministero dell’Ambiente sta promuovendo una massiccia e capillare campagna di informazione del’opinione pubblica per renderla edotta di questa importante novità normativa ottemperando così ai suoi compiti istituzionali

ha concluso Menia.

Fonte: [Ansa]

Commenti (11)

  1. Speriamo che come è già successo per altre leggi, questa intenzione di abolire la plastica inquinante, non entri dalla porta ed esca dalla finestra!

  2. speriamo 🙂

  3. ok la plastica non va’.!
    mio marito lavora per 1 azienda produttrice di sacchetti ,se i macchinari a gennaio non funzionano con il mais cosa succede?tutte queste aziende cosa faranno?

    1. Ciao Monica, credo (e spero) saranno riconvertiti a produrre altro, buste biodegradabili magari…

  4. penso che il sacchetto si puo differenziare insieme alla plastica come le bottiglie di detersivo ecc.ecc.invece ce sempre di mezzo il danaro………@ Paola Pagliaro:

    1. hai centrato il problema 😉

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