Sao Tome e Principe punta sul biologico e l’economia si risolleva

di Redazione 1

Grazie all’adesione al grande progetto dell’Ifad, il Fondo Internazionale per lo Sviluppo Agricolo, per un incremento delle coltivazioni biologiche ed ecosostenibili, il piccolo e povero stato di Sao Tome e Principe vede la sua economia risollevarsi. Da 50 tonnellate di semi di cacao prodotti si è passati, secondo gli ultimi dati, alla produzione ed esportazione di 600 tonnellate di fave di cacao certificate biologiche e provenienti da commercio equo. E il reddito annuo delle famiglie passa da una media del 25% al di sotto del livello di povertà, a una media del +8% rispetto alla soglia di povertà.

Produzioni ecosostenibili, biologiche, svolte secondo le leggi del commercio equo: questa splendida miscela ha portato lo stato africano di Sao Tome e Principe a vedere la sua economia riprendersi, in nome della qualità, dell’equità e dell’ecoresponsabilità. Si riesce ad avvertire un certo, giustificato orgoglio nelle dichiarazioni dell’Ifad rispetto agli ultimi dati presentati per Sao Tome e Principe. come ha di recente spiegato Andrea Serpagli, responsabile del programma Paese per Sao Tome e Principe per l’Ifad

Con un orizzonte del 2015 per il progetto, il sistema di produzione biologica e del commercio equo del cacao, legato al pagamento di un premio da parte degli acquirenti commerciali, diventerà autosufficiente.

Non solo, continua Serpagli, il programma relativo al piccolo stato africano

beneficia oltre 5.000 produttori raggiungendo in totale circa 30.000 persone su una popolazione di circa 160 mila abitanti. Toccare il 20-25% della popolazione è un obiettivo che veramente poche volte capita di raggiungere. In questo caso possiamo quindi tranquillamente parlare di una rivoluzione nell’isola attraverso il progetto.

Tutto ciò è stato possibile grazie anche agli investimenti dei partner privati che hanno creduto nel progetto, investimenti non solo monetari, ma anche in termini di condivisione delle conoscenze e know-how tecnico. Questi fattori, conclude Serpagli dell’Ifad

hanno aperto l’accesso ai mercati europei ai vari produttori di cacao e caffè beneficiari del progetto. In questo senso Sao Tome può diventare il percorso da seguire per gli altri progetti che avessero un interesse a lavorare nel contesto di queste certificazioni e questi schemi etici.

Photo credits | kris haamer su Flickr

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