Si sciolgono anche i ghiacciai dell’Himalaya, seppur lentamente

di Redazione Commenta

Un nuovo studio pubblicato da poco su Nature smentisce le precedenti affermazioni riguardo al non scioglimento dei ghiacci dell’Himalaya. Grazie all’ausilio di rilevazioni satellitari il nuovo studio, realizzato da un team dell’Università di Oslo guidato da Andreas Kaeaeb, dimostra che anche i ghiacciai dell’Himalaya si stanno sciogliendo, seppur lentamente.

I ricercatori dell’Università di Oslo hanno condotto il proprio studio sulla regione Hindu Kush-Karakorum-Himalaya (Hkkh), prendendo in esame dati dal 2003 al 2008. Analizzando i dati ottenuti tanto dall’altimetria laser via satellite quanto dal modello altimetrico globale gli studiosi hanno rilevato un assottigliamento medio dei ghiacciai himalayani pari a 0,2 metri per anno. Come gli studiosi hanno dichiarato, tuttavia

Una maggiore perdita di massa sull’Hindu Kush e sull’Himalaya è stata comunque bilanciata da una perdita di massa quasi pari a zero nel Karakorum.

Oltre alla conferma che i ghiacciai dell’Himalaya si stanno effettivamente sciogliendo, seppur in modo contenuto e non in maniera uniforme, gli studiosi guidati da Andreas Kaeaeb hanno inoltre scoperto che la copertura di detriti non sembra influenzare il diradamento della massa di ghiaccio, smentendo l’effetto isolante attribuito alla copertura da parte di studi precedenti.

Il fatto che il tasso di scioglimento del ghiaccio coperto da rocce è simile a quello del ghiaccio esposto dimostra che il ruolo dei manti di detriti nel bilancio di massa del ghiacciaio deve essere rivalutato.

Il livello del mare è influenzato dal contributo dei rilievi della  regione Hindu Kush-Karakorum-Himalaya per l’1%, mentre il contributo apportato dai grandi ghiacciai presi in considerazione ai bacini montani dei due fiumi Indo e Gange è pari rispettivamente al 3,5 per cento e al 2 per cento.

Considerata la grande importanza dei ghiacciai come indici per le rilevazioni relative ai mutamenti climatici questo nuovo studio rappresenta un’ulteriore riprova delle anomalie positive nelle condizioni termiche del pianeta.

Photo Credits | mckay savage su Flickr

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