Squali del Mediterraneo a rischio estinzione

di Redazione 4

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Gli squali del Mediterraneo stanno scomparendo. La percentuale di riduzione dei grandi predatori ha superato negli ultimi due secoli il 97%.
A lanciare l’allarme è Francesco Ferretti, ricercatore maceratese 31enne, che collabora con le università canadesi più prestigiose.
Sono state analizzate venti specie di squali delle ottante presenti nel mar Mediterraneo: tra queste quindici sono risultate biologicamente estinte.
Altre cinque sarebbero in grave pericolo: verdesca, squalo volpe, squalo martello, smeriglio e mako.

La ricerca di Ferretti dal titolo Il declino degli squali in Mediterraneo, pubblicata dalla rivista scientifica Conservation Biology, ha individuato alla base di una riduzione così drastica gli effetti della pesca a strascico.
Questo tipo di pesca colpisce senza distinzioni tutte le specie presenti nei fondali, inclusi i grossi predatori del mare.


La presenza degli squali è fondamentale per il mantenimento degli equilibri marini.
Gli stessi pescatori potrebbero subire danni economici e perdite dalla scomparsa dalle acque dei predatori.
Molti altri pesci scelgono infatti di vivere in determinate acque proprio grazie alla presenza/assenza dei temibili predatori, come spiega lo stesso Ferretti:
Gli squali svolgono una funzione di controllo sulle popolazioni di pesci, sia demograficamente che nella disposizione geografica. riescono a mantenere in stato di salute gli altri organismi.
Si è visto che da altre parti i pesci scelgono il posto dove vivere in base alla paura che hanno degli squali. La presenza dello squalo fa sì che alcune specie siano distribuite da una parte piuttosto che in un’altra.
I rischi di un Mediterraneo senza squali non sono da sottovalutare, dal momento che si arriverebbe ad una situazione di profondo squilibrio dell’ecosistema marino:
Nel Mediterraneo potremmo avere un’esplosione di prede ma anche di granchi, polipi, seppie calamari che essendo abbastanza onnivori mangiano altri compartimenti della catena trofica. Quindi direttamente potremmo avere un aumento di queste prede e poi indirettamente si creerebbe una competizione con altri organismi con una conseguente riorganizzazione dell’ecosistema marino che potrebbe essere nocivo per noi stessi. Praticamente stiamo levando all’ecosistema marino una funzione di tampone verso varie perturbazioni che arrivano dall’esterno, umane e naturali.

Commenti (4)

  1. Cosa si deve fare per invertire questa tendenza? Regolamentare la pesca.
    E proprio ora abbiamo l’opportunità di intervenire, perché a fine anno i Ministri della pesca dei paesi UE si riuniranno per definire il “piano d’azione”, cioè la regolamentazione della pesca agli squali.
    La lobby dei pescatori spagnoli e portoghesi è già in azione per lasciare le cose come stanno, con poche regoli e totalmente inefficaci. Per far sentire la “voce degli squali” è partita una petizione che in breve tepo ha raccolto già molte migliaia di firme.
    La trovae qui: http://edesabata.wordpress.com/sos-squali-firma/

    PS – la foto di questo articolo proviene dal sito http://www.medsharks.org

  2. Interessante iniziativa, è importante agire nel concreto per far ascoltare la voce di chi non puo’ difendersi dalle nostre scelte ma le subisce, come gli squali.
    Grazie per il tuo apporto Eleonora

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