Stabilimenti balneari, WWF: in Italia spiaggia libera è un miraggio

di Redazione Commenta

Si intitola Sabbia: l’oro di tutti a vantaggio di pochi, il dossier diffuso ieri dal WWF che punta il dito contro gli stabilimenti balneari italiani. Sono troppi, deturpano la costa con piscine e strutture poco eco-friendly e fanno sì che la spiaggia libera sia ormai diventata un miraggio nel nostro Paese. Questa la denuncia dell’associazione ambientalista contro quello che viene definito lo scandalo delle concessioni degli stabilimenti balneari.

Uno scandalo per diverse ragioni. Primo perché sono davvero troppi, pensate  che in meno di dieci anni il numero di stabilimenti è più che raddoppiato, e che quasi un quarto della costa italiana idonea per la balneabilità, ovvero 900 km su 4.000 km complessivi, è oggi occupata da 12.000 stabilimenti. In media ce n’è uno ogni 350 metri, con un’occupazione complessiva di circa 18 milioni di metri quadri.
Il canone per i gestori è di soli 50 centesimi al mese per metro quadro, in più non devono rilasciare scontrini fiscali per le attività connesse, e l’evasione fiscale, come reso noto di recente dalla Guardia di Finanza, è all’ordine del giorno.

Se non fosse abbastanza la spiaggia libera, la fascia di 5 metri dal mare cui tutti dovrebbero poter accedere, è sempre più un miraggio tanto che alcuni gestori pretendono un pagamento illeggittimo, e che i bagnanti che non intendono pagare la sabbia possono godere solo di poche striscioline ristrette tra un lido e l’altro, paragonate dal WWF all’ora d’aria dei carcerati.

Per quanto concerne l’impatto sull’ambiente:

La pulizia meccanica degli arenili disgrega la compattezza della sabbia esponendola maggiormente al vento ed al mare, interrompe la progressione delle dune, comporta una variazione delle pendenze e la rimozione delle foglie di posidonia spiaggiata, tutti fattori che aumentano l’incidenza dei fenomeni erosivi, già favoriti per esempio dalla cementificazione dei fiumi, dalla costruzione di strutture rigide lungo la costa oltre che da cambiamenti climatici e fenomeni di marea.

Come spiega il presidente del Wwf Italia, Stefano Leoni

La proliferazione degli stabilimenti spesso irregolare e scandalosamente economica per i gestori, insieme alla cementificazione selvaggia, agli abusi e alle situazioni di degrado che caratterizzano il litorale libero, hanno sottratto alla natura e alla libera godibilità di tutti le nostre bellissime coste, un vero e proprio furto di ambiente e di paesaggio che hanno impatti e conseguenze spesso irreversibili.

Per fermare questo scempio, dobbiamo al più presto uscire dalla logica speculativa e privatistica con cui è stato gestito il patrimonio di tutti e rientrare nell’alveo dove le prime cose che si tengono in considerazione sono gli interessi collettivi e, tra questi, la tutela dello straordinario patrimonio ambientale costituito dalle nostre spiagge.

Per sostenere il WWF nella tutela del mare e delle coste è possibile aderire alla campagna Il Mediterraneo ti sta chiedendo aiuto su www.wwf.it/mare.

[Fonti: Adnkronos; Asca]
[Foto: Tripadvisor]

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non verrà pubblicato.

You may use these HTML tags and attributes: <a href="" title=""> <abbr title=""> <acronym title=""> <b> <blockquote cite=""> <cite> <code> <del datetime=""> <em> <i> <q cite=""> <s> <strike> <strong>

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.