Emissioni: Gran Bretagna impone taglio del 50% entro il 2025

di Redazione 1

Per mesi si è dibattuto in Europa se porre il limite al taglio delle emissioni di gas serra al 20 o al 30% entro il 2020, con l’obiettivo di portarlo dal 50 all’80% entro il 2050. L’Italia è sempre stata tra i Paesi che cercavano di tirare verso il basso la valutazione, considerando troppo già il 20%, ma visto ciò che ha intenzione di fare la Gran Bretagna, tutte le nazioni dovrebbero impallidire.

L’idea è del Primo Ministro David Cameron che ha deciso di dimezzare le emissioni del suo Paese entro il 2025. Si tratterebbe così del progetto più ambizioso del mondo e che fa sembrare i nostri governanti piccoli piccoli. Il periodo di riferimento del taglio è il 1990, considerato anno cruciale in tutte le misurazioni, e su cui si basa anche il calcolo dell’Ue sul taglio auto-imposto e che, almeno per come stanno attualmente le cose, obbliga ogni Paese a raggiungere un -20% di emissioni entro il 2020, lasciando la possibilità di migliorare ulteriormente tale obiettivo su base volontaria.

Il Regno Unito va oltre e così, mentre l’Europa litiga, ha deciso di far da solo e, dopo questo importante obiettivo, ne ha posto altri come il taglio del 60% delle emissioni entro il 2030 e dell’80% entro il 2050. In pratica arriverà a metà secolo quasi senza più emettere gas serra, una gran bella impresa. Ma come faranno a raggiungere tali obiettivi? La commissione parlamentare sul cambiamento climatico ha stilato il quarto “Carbon Budget”, un piano su cui basare la politica energetica, e non solo, dei prossimi anni.

Un piano semplice e facile da capire: entro il 2030 la Gran Bretagna spera di ottenere il 30% del suo fabbisogno energetico dalle rinnovabili, aumentandolo del 3% all’anno sin dal 2012. Il piano prevede anche uno scenario ottimistico in cui la tecnologie si evolvano maggiormente e diventino più economiche a tal punto da raggiungere il 45% del fabbisogno entro la stessa data. Poi si punterà sull’economia carbon-free, cioè si aiuteranno quelle aziende che non hanno emissioni o le colmano con azioni complementari, ma poco spazio viene dato ai biocarburanti, considerati marginali, mentre l’unica nota dolente del piano è che si calcola che il 40% del fabbisogno energetico venga ottenuto con il nucleare, mentre il 15% da gas e carbone la cui CO2 venga stoccata. Ma come abbiamo visto in passato, questa tecnologia è solo una favola.

Per fortuna il nucleare non sarà la risposta a tutto. Infatti, stando al piano del Parlamento britannico, entro il 2030 le rinnovabili dovranno pareggiare la quantità di energia prodotta dal nucleare, e dall’anno successivo effettuare un sorpasso che, nel giro di qualche decennio, dovrebbe definitivamente soppiantare l’atomo.

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[Fonte: Agi]

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