Teheran, lo smog uccide oltre 4400 persone in un anno

di Redazione Commenta

La situazione a Teheran è drammatica anche per via dello smog. Smog che ha ucciso 4460 persone tra il marzo 2011 e il marzo 2012.  L’Iran conta ormai 3 tra le 10 città più inquinate del mondo e Teheran in particolare è diventata più inquinata di Shangai, Bangkok e Città del Messico.

Il ministero della sanità iraniano ha da poco diffuso i dati relativi alle morti causate dall’esposizione all’inquinamento di Teheran e sono dati da far paura: 4460 morti in un anno, aumento di malattie respiratorie e del cuore e continuo innalzamento dell’incisività dei tumori collegati all’inquinamento. Il governo ha nuovamente deciso, dopo la pubblicazione dei dati, a chiudere per il secondo sabato in un mese uffici pubblici, e centri di formazione di ogni livello nel tentativo di arginare parzialmente i terrificanti livelli di smog della città.

I giornali iraniani chiedono con veemenza decisioni forti da parte del governo, contromisure urgenti contro una crisi ambientale che causa delle autentiche stragi. Il quotidiano Resalat accusa il governo: “Perché ogni volta che si alzano i venti questo problema viene subito dimenticato?”. A Teheran vivono 8 milioni e la città si trova in una posizione (circondata com’è da montagne) che incide sulla persistenza e la pericolosità delle sostanze inquinanti. Il livello delle emissioni è anche spinto dalle autovetture utilizzate in Iran, ancora lontane dall’essere seppur vagamente sostenibili (e per il momento il governo a riguardo a solo imposto la circolazione a targhe alterne in alcune delle principali città, inclusa Teheran). Gli agenti cancerogeni nell’aria di Teheran secondo Youssef Rashidi, direttore dell’Agenzia di Controllo della Qualità dell’Aria oscillano, secondo gli standard Euro 4, tra il 2 e il 3 per cento mentre dovrebbero restare sempre al di sotto dell’1 per cento. La situazione è gravissima e ogni anno la lista dei decessi legati a fattori ambientali aumenta: in Iran occorrono cambiamenti, o ogni anno la lista continuerà a farsi più lunga e drammatica.

Photo Credits | GeS su Flickr

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