Isola di Ventotene, quel tunnel non s’ha da fare

di Redazione Commenta

Un tunnel sotto l’isola vulcanica di Ventotene, un’opera potenzialmente devastante dal punto di vista dell’impatto ambientale eppure il Comune ha già pubblicato il bando per la realizzazione del progetto. Una notizia che allarma non poco le associazioni ambientaliste, anche perché l’isola pontina è una Zona di Protezione Speciale, nevralgica come punto di passaggio per gli uccelli migratori. Proprio la LIPU Bird-Life Italia interviene sull’ipotesi di una megaopera nell’area, spiegando gli innumerevoli rischi che comporterebbe un simile progetto per gli habitat e per l’equilibrio idrogeologico già abbastanza precario di quel territorio.

Fulvio Mamone Capria, presidente dell’associazione animalista, attiva da anni sul fronte della protezione dell’avifauna italiana e dei suoi habitat, ci spiega infatti che

Ventotene, già a rischio da un punto di vista idrogeologico e particolarmente delicata da un punto di vista paesaggistico e naturalistico, sarebbe ancora più minacciata da questa opera dall’impatto ambientale pesante. Non dimentichiamo che Ventotene, strettamente vincolata a livello nazionale e comunitario come Zona di Protezione Speciale, è un luogo tra i più importanti d’Europa per la migrazione degli uccelli e una riserva marina di primo piano.

La LIPU si è immediatamente attivata chiedendo ai Ministri dell’Ambiente e dei Beni Culturali l’invio di esperti rigorosamente indipendenti sul posto per valutare i rischi di frane ed il quadro completo dei rischi idrogeologici connessi alla costruzione del tunnel

per valutare quali danni possa causare all’equilibrio idrogeologico dell’isola e soprattutto se non ci siano soluzioni alternative meno impattanti e rischiose.

Per l’associazione le alternative meno impattanti possibili con 5 milioni di euro, a tanto ammonta il costo dell’opera, verranno fuori sicuramente se si  guarderà con fiducia all’utilizzo di ingegnerie naturalistiche. Da parte sua la LIPU vigilerà sull’evolversi del progetto

come su tutte quelle opere che rischiano di rovinare ulteriormente il nostro Belpaese e aggravare il bilancio di consumo di territorio, che cresce pericolosamente da Nord a Sud.

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