UE, obiettivi ambientali per il 2020, la situazione aggiornata dei vari stati

di Redazione 1

europa obiettivi ambientaliArriva il nuovo, importante rapporto dell’AEA, l’Agenzia Europea per l’Ambiente, che fa il punto della situazione per gli obiettivi ambientali per il 2020 in UE. Il famoso target 20 – 20 – 20 potrebbe verosimilmente essere centrato solo da 4 paesi dell’Unione Europea: il Belgio, Malta, l’Estonia e la Spagna. La situazione è complessa, varia a seconda degli stati e presenta sfaccettature positive e negative.

Gli obiettivi ambientali UE 20 – 20 – 20 indicano la volontà di ridurre le emissioni di anidride carbonica del 20 per cento, di incrementare del 20 per cento l’utilizzo di fonti rinnovabili pulite per l’approvvigionamento energetico, e di aumentare del 20 per cento l’efficienza energetica. Su quali punti si va bene e su quali si va male? La riduzione di CO2 è in assoluto il punto su cui si è lavorato meglio, con un calo del 18% dal 1990 al 2012 e uno scenario in cui, probabilmente, si arriverà nel 2020 con una riduzione maggiore di quanto ci si augurasse. Per quanto riguarda la CO2, comunque, i paesi che stanno lavorando meno bene, secondo il rapporto, sono Austria, Belgio, Finlandia, Irlanda, Lussemburgo e Spagna.

Sul secondo punto degli obiettivi ambientali per il 2020 dell’UE, la situazione non è cosi buona, ma la meta può essere raggiunta: siamo al 13% di incremento nell’utilizzo delle energie rinnovabili e possiamo verosimilmente arrivare al 20% per il 2020. Su questo punto gli stati europei che devono lavorare meglio e di più sono Belgio, Francia, Lettonia, Malta, Paesi Bassi e Regno Unito.

Il terzo degli obiettivi ambientali UE 20 – 20 – 20 è la vera nota dolente del rapporto. In sostanza l’Europa nel complesso è molto lontana, in media, dal poter solo pensare di centrare l’incremento del 20% nell’efficienza energetica. Un tema questo dell’efficienza di edifici e non solo, dell’importanza dello spingere al massimo sull’efficientamento energetico più in generale, di cui si parla sempre troppo poco. Su questo versante il commento è molto semplice: stiamo rimanendo ampiamente indietro.

Photo credits | Rock Cohen su Flickr

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