I vantaggi del “Cap and Trade”

di Redazione 2

Non contento del grande clamore (e della grande approvazione) che Obama ha suscitato parlando di energia pulita, risparmio per i cittadini e di indipendenza dai combustibili fossili, il presidente americano è voluto ritornare sull’argomento, specificatamente sul cosiddetto “Cap and Trade” (il commercio sui crediti per inquinare), illustrando all’America (ed al mondo intero) i vantaggi di quest’iniziativa.

Il New York Times parla di una “scommessa contro i gas ad effetto serra”, progettata e di recente inaugurata nel bilancio di Obama. Più in particolare si tratta di un tetto di emissioni di carbonio che dà vita ad un sistema di scambi commerciali che dovrebbe entrare in vigore dal 2012. Il sistema del cap and trade mette un “tappo” alla quantità di gas a effetto serra che una società può emettere; quando l’azienda lo supera, deve acquistare quote di inquinamento o di crediti da parte di imprese che restano al di sotto del tetto, così da premiare l’efficienza energetica di aziende che utilizzano energia pulita. Obama progetta che l’amministrazione corretta di questo sistema frutterebbe alle casse degli States ben 645 miliardi di dollari, tutte entrate provenienti dal petrolio e da società elettriche nel corso dei prossimi dieci anni.

Il tetto ed il diritto commerciale sarebbero come un pompa che immetterebbe 15 miliardi di dollari all’anno in progetti di energia pulita, secondo il Washington Post (che in 10 anni dovrebbero ripagare tutti gli investimenti). Altri 60 miliardi di dollari all’anno saranno destinati al credito d’imposta per i redditi medio-bassi delle famiglie, nel tentativo di diminuire la forbice tra i super-ricchi e i tanti poveri.

Secondo Peter Ország, il ministro del Tesoro americano, i progetti che stanno per partire, se tutto dovesse andar bene, potrebbero arrivare a generare fino a 300 miliardi di dollari l’anno entro il 2020. Decisamente un modo per uscire dalla crisi da vincitori. Obama ritiene che il piano di riduzione dell’80% delle emissioni dovrebbe essere completato entro il 2050.

A leggerlo così sembra un sistema molto semplice, e probabilmente non lo è, ma comunque si tratta di un passo importante verso l’apertura di una strada che, si spera, anche le super potenze europee (Italia in testa) possano seguire a breve.

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