Valle del Sacco: da disastro ambientale a distretto agroenergetico

di Redazione 1

La Valle del Sacco è un territorio situato nel Lazio meridionale, tra la provincia di Roma e quella di Frosinone, ed attraversato dal fiume Sacco. Valle fertile e ricca di risorse, dal 2005 si è trasformata in un inferno. Il fiume Sacco, inquinato per anni da sostanze chimiche ed industriali derivanti soprattutto dalle discariche di rifiuti tossici di Colleferro, ha, infatti, contaminato l’intera valle. Nel maggio del 2005 sono state rinvenute sulle sponde del fiume, nel fieno, nel mais e nel latte dei bovini quantità elevate di una sostanza tossica per l’uomo e vietata in Italia dal 2001. Si tratta del beta-esaclorocicloesano, una sostanza oleosa derivante dal pericoloso pesticida lindano. Da allora il governo ha bloccato l’attività di numerose aziende del luogo, l’uso dei foraggi, la produzione di latte e carne ed è ha dichiarato lo stato d’emergenza per i comuni di Colleferro; Gavignano; Segni; Paliano; Anagni; Sgurgola; Morolo; Supino, Ferentino.
Nonostante la difficilissima situazione in cui verte la Valle del Sacco si sta, da diversi anni, lavorando al suo recupero.


Nel novembre del 2006 la Valle del Sacco si è trasformata nel primo Distretto agroenergetico d’Italia con lo scopo di bonificare l’area attraverso l’agricoltura. Quest’ultima non sarà destinata all’alimentazione bensì alla produzione di energia pulita. L’assessore all’Agricoltura, Daniela Valentini, ha avviato al riguardo un progetto con l’Acea per realizzare nella Valle del Sacco un impianto per la produzione di energia elettrica da biomasse, in particolare residui agricoli, rifiuti e letame. L’energia così prodotta andrà ad alimentare le attività industriali, il riscaldamento nelle scuole e negli ospedali della zona e  la flotta di mezzi pubblici locali. Nello specifico, l’accordo con l’Acea, che verrà siglato nei prossimi giorni, prevede la realizzazione di un impianto da circa 5 Megawatt che sarà in grado di generare energia pulita per circa 70 mila cittadini. Grazie all’accordo con l’Acea saranno attivate nel distretto agroenergetico ben tre filiere energetiche:
– la filiera Biogas che produrrà biogas a partire da scarti animali
– la filiera Biodiesel che produrrà biodiesel a partire da apposite colture;
– la filiera legno energia che produrrà energia a partire dai residui della coltivazione del pioppo, dell’olivo e della vite.

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