Caccia alle balene: proposta la legalizzazione limitata

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Nel lontano 1986, a causa della rapida sparizione delle balene dagli oceani di tutto il mondo, fu imposta la moratoria sulla loro caccia. In pratica da quell’anno in poi non sarebbe più stato possibile cacciare l’animale più grande degli oceani per scopi commerciali. Tutti i Paesi del mondo ratificarono il trattato tranne Islanda e Norvegia che infatti hanno continuato a cacciarle, mentre il Giappone, pur ratificandolo, aggirò il divieto continuando le sue operazioni, nascondendole sotto la “bandiera” degli scopi scientifici.

Queste scelte purtroppo hanno portato ad una duplice conseguenza catastrofica. La prima e più ovvia è che la caccia è continuata, venendo per fortuna limitata solo a questi tre Stati; la seconda è che essi si sono autoregolamentati, assegnandosi in maniera del tutto arbitrale un numero di cetacei da catturare ogni anno. Siccome questa situazione stava diventando insostenibile, la Commissione baleniera internazionale (Iwc) ha proposto di legalizzare la caccia alle balene, ma con forti limiti.

La buona notizia: la megattera non è più in pericolo di estinzione

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La US National Marine Fisheries Service può rimuovere la megattera, o Balena gobba, dal suo elenco delle specie minacciate di estinzione, citando la prova che gli esemplari, che fino a poco tempo fa erano quasi estinti, sono aumentati di numero. Poiché un divieto internazionale della caccia alle balene fu imposto nel 1966, le popolazioni di megattere del Pacifico settentrionale sono aumentate di circa il 4,7% ogni anno, dicono i ricercatori.

La gran parte della causa del rischio di estinzione era la tendenza a frequentare le acque costiere, che le portava ad essere catturate dai balenieri commerciali in tutto il mondo. La Balena gobba veniva cacciata per il suo olio, carne e ossa. La maggior parte della popolazione è stata drasticamente ridotta nella prima parte del 19° secolo, lasciando solo tra il 5 e il 10% del numero di esemplari ereditati dall’800. Nel Pacifico settentrionale, si stima che ben 15.000 megattere esistevano prima del 1900, meno di un migliaio sono arrivate a superare la metà del secolo.

Caccia scientifica, moratoria balene a rischio

baleneIslanda e Giappone rischiano di far saltare la moratoria sulla caccia alle balene per scopi commerciali. L’allarme è stato lanciato in questi giorni da Greenpeace, dopo la notizia di una richiesta per la riapertura della caccia alle megattere, che verrà presentata dalla Danimarca, per conto, della Groenlandia, sul tavolo della 61/a sessione annuale della Commissione baleniera internazionale (Iwc), che si riunisce dal 22 al 26 giugno a Madeira in Portogallo.

Le megattere sono specie protetta dal 1963 e fungono da modelle per il whale watching. A quanto pare, la Groenlandia vorrebbe poter cacciare 10 megattere all’anno in acque territoriali europee per motivi di sussistenza. Ma, sempre secondo Greenpeace, si tratterebbe di motivazioni false, perchè gli esemplari uccisi ogni anno dalle popolazioni locali soddisfano appieno il fabbisogno del Paese, tanto da non sfruttare nemmeno la totalità delle quote consentite. Ma a preoccupare gli animalisti è soprattutto la ripresa della caccia in Giappone e Islanda.

Pierce Brosnan alla Casa Bianca per salvare le balene

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Pierce Brosnan continua la sua lotta ambientalista inaugurata oltre dieci anni fa, portandola fino a Washington, durante una visita alla Casa Bianca per incontrare alcuni membri del Congresso per promuovere un nuovo progetto di legge sulla salvaguardia delle balene.

Nonostante l’esistenza di una moratoria sulla caccia commerciale alla balena, l’impostazione delle quote della caccia alla balena è ormai completamente nelle mani dei cacciatori. Il resto del mondo non ha voce in capitolo

ha spiegato l’ex James Bond al pubblico in occasione di una manifestazione organizzata dal Fondo internazionale per il benessere degli animali , presso il Capitol Visitor’s Center. Il disegno di legge, denominato Whale Conservation and Protection Act of 2009, chiama tutte le agenzie governative a proteggere le balene dai cacciatori di Giappone, Norvegia e Islanda che le cacciano senza regole.

La mattanza delle balene alle isole Far Oer, fermiamo lo scempio


Di immagini crude che documentino la ferocia e la barbarie di cui è capace l’uomo contro le altre specie viventi ne abbiamo diffuse molte: dal massacro delle foche che si perpetua ogni anno in Canada, alla strage degli elefanti in Africa, alla mattanza delle tigri appese come maiali a testa in giù per rifornire il mercato alimentare esotico dei cinesi ricchi.
Oggi vogliamo denunciare un’altra efferata e insensata usanza che si ripete annualmente nelle isole Far Oer, in Danimarca: l’uccisione di centinaia di balene, arpionate e accoltellate in massa da decine di persone, accorse come per un rito, a quello che per loro è un giorno di festa, per i poveri mammiferi un giorno rosso di sangue, un eccidio brutale ed inspiegabile.

L’uomo nasce cacciatore, diranno alcuni, ed è normale che si pratichi la pesca, che si vada a caccia e che si cibi di altre specie viventi. Fin qua ci siamo. Ma come insegnavano gli indiani d’America, i primi veri ecologisti, non bisogna prendere più del necessario da Madre Natura, rispettando ogni animale, ogni pianta come fosse sacra, perché necessaria alla nostra sopravvivenza.
Uccidere gli elefanti per farne bacchette d’avorio, assassinare le tigri per servirle ad un nababbo in camera con la sua amante, massacrare tenerissimi cuccioli di foca per ricavarne pellicce per signore facoltose non è lo stesso che uccidere un orso, come facevano anticamente gli indiani, per ricavarne un cappotto per ripararsi dal gelido inverno.
Così come c’è un’enorme differenza tra pescare per la sussistenza di una popolazione e compiere un massacro scellerato per perpetuare una stupida tradizione.