CO2 diminuirà grazie al calo della popolazione mondiale

I cambiamenti conseguenti all’invecchiamento della popolazione e all’urbanizzazione potrebbero influenzare significativamente le emissioni globali di anidride carbonica nei prossimi 40 anni, secondo un nuovo studio pubblicato sui  Proceedings of the National Academy of Sciences (PNAS), condotto dai ricercatori del National Center for Atmospheric Research (NCAR), l’Istituto Internazionale per l’Analisi dei Sistemi Applicati (IIASA), e dalla National Oceanographic and Atmospheric Administration.

A metà del secolo si stima che la popolazione mondiale potrebbe aumentare di oltre tre miliardi di persone, con la maggior parte di questo aumento che si verificherà nelle aree urbane. Lo studio ha mostrato che un rallentamento della crescita della popolazione potrebbe contribuire a ridurre significativamente le emissioni di gas ad effetto serra. Entro il 2050, i ricercatori hanno scoperto che se la popolazione seguirà uno dei percorsi di crescita più lenta previsti dai demografi delle Nazioni Unite, potrebbero ridursi del 16-29% le emissioni. Una quantità probabilmente sufficiente per mantenere le temperature globali sotto controllo. L’effetto della crescita demografica più lenta sulle emissioni di gas ad effetto serra potrebbe essere ancora più grande per la fine del secolo.

Quanto inquinano i Mondiali di calcio?

inquinamento mondiali calcio

Se pensavate che i vuvuzelas (le tipiche trombette sudafricane suonate per tutti i 90 minuti) fossero la cosa peggiore dei Mondiali 2010, sappiate che c’è qualcosa di peggio: le emissioni di anidride carbonica. Siamo ancora nella fase iniziale del torneo, e dunque ancora alle prime stime, ma di certo non ci si poteva aspettare che il più grande evento sportivo del pianeta potesse essere ad emissioni zero.

Secondo uno studio condotto dall’ambasciata norvegese e dal Governo del Sudafrica effettuato alla vigilia dei giochi, la macchina della Coppa del Mondo emetterà 2.753.251 tonnellate di CO2 nell’atmosfera, il che corrisponde circa alla quantità rilasciata da un milione di auto nel corso di un anno. Si tratta del dato peggiore di sempre, perché è circa 6 volte più alto rispetto alle emissioni dell’ultima edizione dei Mondiali di calcio.

Un eccesso di Co2 ha portato in passato all’estinzione di quasi tutte le specie viventi. E può ripetersi

eruzione vulcanica

I combustibili fossili si sono macchiati di un nuovo delitto. Un eccesso di combustione di idrocarburi, alla fine del periodo Permiano, può avere portato la Terra alla più devastante estinzione di massa che abbia mai visto, causata da incontri esplosivi tra magma e carbone che ha rilasciato enormi quantità di anidride carbonica, più nel corso di quei pochi anni che in tutta la storia umana.

Circa 250 milioni di anni fa, la cosiddetta “Grande Morte”  ha visto il 70% delle specie spazzate via dalla terra e il 95% dagli oceani. Un indizio di ciò che potrebbe avere provocato questo disastro sta nel magma solidificato di quel tempo, che è presente in una zona della Siberia, dove anche il carbone è abbondante.

Un suggerimento è che il calore del magma potrebbe avere sfornato molti miliardi di tonnellate di CO2 per un periodo geologicamente breve di poche migliaia di anni. Il successivo cambiamento climatico e l’acidificazione degli oceani hanno causato le estinzioni. Ora Norman Sleep e Darcy Ogden, entrambi della Stanford University in California, pensano che il limite per la riproposizione della Grande Morte potrebbe essere stata ancora più rapido e più terrificante.

Catastrofici cambiamenti climatici: siamo così stupidi?

La maggior parte di noi ha sentito le previsioni sulla fusione dei ghiacci marini artici e sui ghiacciai, sull’estinzione di diverse specie animali, dagli orsi polari alle barriere coralline; dei catastrofici aumenti del livello del mare che potrebbero riguardare centinaia di città costiere (anche italiane). Ma ancora ondate di calore, malnutrizione e fame, incendi e livelli di biossido di carbonio nell’atmosfera che continuano a salire.

In particolare, orrende potrebbero essere le caratteristiche di un mondo in cui l’anidride carbonica è aumentata di 1000 parti per milione entro il 2100, come descritto in questa settimana in un saggio su Nature da Stephen Schneider della Stanford University. Attualmente l’anidride carbonica si trova a circa 384 parti per milione.

Si tratterebbe di uno scenario facile da raggiungere se non prendiamo provvedimenti sin da subito. Fino alla crisi economica negli ultimi mesi dell’anno scorso, le emissioni effettive sono state superiori a quelle immaginate in precedenza. Schneider non pensa che le emissioni possano proseguire su questa strada, perché guardando i dati sul riscaldamento del pianeta, le persone faranno qualcosa per avviare l’attuazione di tecnologie più pulite e per la riduzione delle emissioni.