Dopo l’annuncio di Obama dell’ok alle trivellazioni della zona artica al di sopra dell’Alaska concesse alla Shell, ora è la volta di un’altra compagnia petrolifera, la Exxon, di ottenere la stessa autorizzazione, questa volta sull’altra sponda del polo Nord, quella russa. E non finisce qui perché a breve potrebbe ottenerla anche la BP.
Exxon
Marea nera, incidente nel fiume Yellowstone
Gli Stati Uniti non riescono a vivere un periodo di calma dal punto di vista ambientale, e se un anno fa la famosa marea nera del Golfo del Messico a quest’ora aveva già reso l’area una palude nera, oggi la stessa sorte tocca al fiume Yellowstone che attraversa Wyoming, Montana e Missouri, ma soprattutto il Parco Nazionale a lui intitolato. La causa è stata una rottura nell’oleodotto della Exxon (che non è nuova a questo genere di disastri) che lo attraversa, il quale ha sversato nel fiume l’equivalente di mille barili di petrolio.
Anche le compagnie petrolifere possono essere ecologiche. Ecco le migliori 10
La maggior parte degli ambientalisti probabilmente non crederanno che le parole “ecologico” e “società petrolifera” possano essere messe una accanto all’altra. Non hanno tutti i torti, ma ci sono variazioni da attuare tra le varie società petrolifere rispetto ai loro livelli di investimento nel settore delle energie rinnovabili, le operazioni di produzione, e la loro posizione sui cambiamenti climatici. Molte compagnie infatti, stanno facendo forti investimenti sul rinnovabile, anche se sono in pochi a saperlo. Utilizzando un’analisi del ciclo di vita, Greenopia ha stilato una sorta di classifica delle 10 compagnie petrolifere più importanti al mondo, per capire chi si comporta in maniera ecologica e chi no.
La compagnia migliore è la BP, compagnia petrolifera britannica, che ha ricevuto il punteggio massimo per gli investimenti nelle energie rinnovabili, il reporting ambientale, la posizione ufficiale presa sul cambiamento climatico e sulle emissioni di gas serra. Punto forte della BP è che, dopo alcuni anni in cui i rifiuti industriali inquinanti stavano aumentando, ha cominciato a produrne sempre meno, con la speranza che questa tendenza alla diminuzione possa continuare.
Balene grigie, oleodotto Exxon minaccia la sopravvivenza della specie
Il destino dei pochi esemplari di balena grigia rimasti al mondo è appeso ai risultati dei ricorsi inoltrati alle autorità russe e ai tribunali giudiziari, dopo il rifiuto, da parte del consorzio petrolifero Exxon a rinunciare alla costruzione di un nuovo oleodotto.
In realtà, i magnati dell’oro nero avrebbero dovuto semplicemente prendere in considerazione proposte alternative a quella di far passare gli impianti petroliferi attraverso una laguna cruciale per l’approvvigionamento alimentare delle balene grigie.
Il mese scorso il governo russo aveva deliberatamente e clamorosamente ignorato gli impatti sulla laguna di Piltun, approvando l’edificazione dell’oleodotto, che fa parte del progetto Sakhalin-1, portato avanti da colossi petroliferi come la Exxon e da altre compagnie petrolifere giapponesi, indiane e russe.
In tutto il mondo restano soltanto 130 esemplari di balena grigia occidentale, tra cui soltanto 20 sono femmine in grado di riprodursi e di preservare la specie.