Amianto, aumentano i mesiotelioma pleurici in Lombardia, bonifiche a rilento

di Redazione 2

Torniamo a parlare dell’eterno problema dell’amianto in Italia dopo la diffusione degli ultimi dati da parte dell’ONA, l’Osservatorio Nazionale Amianto, sulla diffusione dei mesiotelioma pleurici e le bonifiche in Italia, che si confermano ancora una volta troppo lente, con tre milioni di metri cubi di eternit ancora da smaltire.

SWITZERLAND-ASBESTOS-DEMONSTRATIONL’Osservatorio Nazionale Amianto stila il suo nuovo report sull’eternit e i dati testimoniano un aumento del mesiotelioma pleurico, la cui diffusione in Lombardia in particolare continua ad aumentare. Il picco delle morti da amianto si stima debba ancora arrivare, un dato tragico che da solo è sufficiente a rendere conto della gravissima situazione in cui versa ancora il nostro paese, soprattutto se consideriamo che si stima la presenza di tre milioni di metri cubi di eternit ancora da smaltire sul territorio della penisola. In Lombardia in dieci anni si contano 3200 casi di mesiotelioma pleurico correlati all’esposizione dei soggetti all’amianto, numero che sale fino a 3844 se si aggiungono i casi non accertati ma molto probabili. E ancora oggi non solo le bonifiche tardano ad arrivare, ma manca ancora una vera e propria mappatura di tutti i luoghi dove si registra la presenza dell’eternit. Come ha spiegato il presidente dell’ONA Ezio Bonanni

La diffusione del mesotelioma in Lombardia è in continuo aumento, più che nel resto d’Italia. Mentre in quasi tutto il mondo civile i casi sono in diminuzione, da noi aumentano, e ciò perché non si fanno le bonifiche e non sono state adottate le misure di sicurezza per evitare l’esposizione ad esso. In Italia, inoltre, si è dismesso in ritardo l’utilizzo di tale materiale in edilizia.

Le regioni italiane in cui si registra il maggior numero in assoluto di mesiotelioma pleurici sono il Piemonte, la Liguria e per l’appunto la Lombardia, con picco previsto delle patologie collegate all’eternit stimato tra il 2015 e il 2025, ovvero all’incirca nei prossimi dieci anni. E nonostante l’incremento del 7% delle aziende deputate allo smaltimento e alla gestione dell’amianto, la situazione bonifiche è sempre complicata, macchinosa e lenta.

Tristi anche i dati relativi alle esposizioni inconsapevoli: si parla di un 2% di soggetti che si ammalano a causa perché i familiari sono stati esposti al rischio e di un 3% di soggetti che contraggono patologie attraverso materiale per hobby. Più le esposizioni inconsapevoli correlate al mancato riconoscimento del materiale (ovvero esposizioni in strutture in cui la presenza di amianto non è stata riconosciuta dall’occupante o proprietario). I dati per la Lombardia confermano quali sono i mestieri e gli ambiti più a rischio: il settore dell’edilizia, il settore metalmeccanico e quello tessile.

Concludiamo con una notizia positiva legata all’amianto giunta in questi giorni: dopo otto anni di battaglie sembra che il Governo sia finalmente disposto, tramite il ministero del Lavoro, a dare il via libera all’emendamento che dovrebbe consentire l’accesso alla pensione a 700 lavoratori genovesi dell’amianto, i cui assegni erano stati bloccati (colmo della beffa) da Inps e Inail, in attesa di chiarimenti legislativi in materia. Si spera pertanto che la soluzione del caso possa giungere quanto prima.

Photo credits | Getty Images

Commenti (2)

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