Natura e territorio, il fenomeno del “banditismo urbanistico”

di Redazione 1

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Da oggi non occorre più alcun permesso per costruire. Sembra uno scherzo, eppure non è così! Con la modificazione dell’art. 49 della manovra Tremonti, costruttori, speculatori edilizi e grandi imprese di costruzione dovranno semplicemente segnalare l’inizio attività, dichiarata da un tecnico abilitato, e potranno costruire dove e come vorranno. L’unico limite al via dei lavori è che bisogna essere iscritti al registro delle imprese.
Le nuove discipline per Legambiente e per l’opposizione porteranno a

effetti devastanti per il territorio, dando il via al banditismo urbanistico.


E in effetti il futuro che si prospetta per la natura e il territorio è tutt’altro che roseo. Con la manovra Tremonti vengono di fatto eliminati tutti quei certificati che garantivano il rispetto dell’ambiente e dei piani urbanistici, in particolare la Dia (Denuncia di Inizio Attività) che obbligava chiunque volesse modificare l’assetto interno dei fabbricati a presentare una relazione, con tanto di firma di un ingegnere, un architetto o un tecnico inscritto all’Albo professionale, per evitare che il proprio intervento non fosse a norma con gli strumenti urbanistici vigenti. Al suo posto è stata ideata la Scia (Segnalazione certificata di inizio attività).

L’art. 49, in virtù della semplificazione, prevede dunque che chi voglia costruire segnali l’inizio del cantiere e poi, dopo 30 giorni, se l’amministrazione non interviene per contestare l’opera di ristrutturazione-ampliamento-costruzione, l’impresa può proseguire con i lavori. Il principio del silenzio-assenso è stato ampliato anche alle autorizzazioni paesaggistiche. Ciò vuol dire che se prima le Sovrintendenze o le Regioni dovevano rilasciare un’autorizzazione per interventi edilizi ora basta la Scia. Più semplice sarà anche ottenere la Via (Valutazione di impatto ambientale) perché non spetta più al ministero dell’Ambiente o alla Regione rilasciarla, ma alle Università o agli Enti pubblici.

Molte sono state le contestazioni alla nuova normativa sull’edilizia, espresse da Salvatore Settis, archeologo e studioso di arte di fama mondiale, nonché direttore della Normale di Pisa, che ha dichiarato

Così salta tutta la normativa di tutela ambientale e il regime delle autorizzazioni in vigore da sempre in Italia, cancellando con un colpo di spugna l’articolo 9 della Costituzione e il Codice dei beni culturali, varato proprio dal governo Berlusconi. E poi come può l’università rilasciare la Via, se non ha alcun compito di tutela?

Il deputato Pd Ermete Relacci, presidente onorario di Legambiente, ha espresso la sua preoccupazione perché

Eliminare la burocrazia e garantire tempi certi non può tradursi in un tana libera tutti.

Chiara anche la posizione di Angelo Bonelli

Si introduce il far west urbanistico e si dà il via al banditismo edilizio. Questa norma continuerà ad arricchire i grandi speculatori edilizi a cui il governo ha già incartato un regalo enorme con il federalismo demaniale che svende beni e terreni dei cittadini italiani per dare il via alla più grande speculazione edilizia della storia della Repubblica.

Continua il presidente dei Verdi

A fare le spese di questa politica sciagurata saranno ovviamente i cittadini onesti che hanno seguito le regole per costruirsi una casa, ma anche l’ambiente e il territorio italiano su cui insistono quasi 500 mila frane e che è letteralmente a pezzi, come dimostrano i disastri degli ultimi anni.

[Fonte: La Repubblica]
[Foto: statoquotidiano]

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