Comuni ricicloni 2013, firma la petizione: Chi inquina paga

di Redazione 1

petizione Chi inquina paga

Dopo aver pubblicato i risultati della XX edizione di Comuni Ricicloni, Legambiente propone a noi tutti di firmare la petizione popolare “Chi inquina paga, chi produce meno rifiuti deve risparmiare” per liberare l’Italia dai rifiuti. Come emerge dai dati raccolti in occasione del Premio 2013, solo il 16% dei Comuni italiani supera il 65% di raccolta differenziata dei rifiuti, ma si può fare molto di più.

Dai dati pubblicati da Legambiente, in occasione della XX edizione di Comuni Ricicloni, emerge che la gestione dei rifiuti divide l’Italia in due Paesi: da un lato, rappresentato appena dal 13% dei cittadini, e dal 16% dei Comuni, viene attuata la raccolta differenziata dei rifiuti con il riciclo dei materiali che va ad alimentare l’economia nazionale e la Green economy; dall’altro vi è un Italia in cui la discarica e l’inceneritore continuano ad essere le soluzioni più usate per smaltire i rifiuti. Eppure ci sono diversi modi per incentivare il riciclo dei materiali e ridurre i rifiuti, come: la raccolta porta a porta e la tariffazione del servizio. E’ quest’ultima strategia su cui punta Legambiente per responsabilizzare i cittadini, e le amministrazioni, e per salvaguardare l’ambiente. La petizione popolare “Chi inquina paga, chi produce meno rifiuti deve risparmiare” promossa dall’associazione fa leva sul principio del “chi inquina paga” ossia, i cittadini virtuosi che riciclano i rifiuti e mettono in atto la raccolta differenziata, devono pagare meno e avere una riduzione della tassa sui rifiuti.

Il principio del “chi inquina paga” vale nella tassazione dell’acqua: se ne viene consumata di più si paga di più. Perché per i rifiuti non può essere la stessa cosa? Come si legge nel testo della petizione popolare indirizzata al Presidente del Consiglio dei ministri Enrico Letta, al Ministro dell’ambiente e della tutela del territorio e del mare Andrea Orlando, al Ministro dell’economia e delle finanze Fabrizio Saccomanni
La nuova tassa sui rifiuti, la Tares, è un’ingiustizia perché non equa e non premia i comportamenti virtuosi. I cittadini chiedono al Governo di rivedere

il nuovo tributo sui rifiuti, che deve rispettare il principio europeo “chi inquina paga” e deve essere calcolato solo sulla effettiva produzione di rifiuti indifferenziati, permettendo alle utenze più virtuose di pagare meno. In più di settemila Comuni italiani la quantità di rifiuti prodotti è irrilevante nel determinare l’ammontare della tassa, mentre solo alcune centinaia di enti locali fa pagare in base alle quantità effettivamente prodotte grazie alla tariffazione puntuale. Tutto questo è assolutamente inaccettabile.

Nel nostro Paese si continua a produrre troppi rifiuti e quasi la metà vengono smaltiti nelle discariche inquinanti.
Con l’introduzione di una tariffazione equa e l’applicazione del criterio di giustizia e sostenibilità ambientale, i più virtuosi potranno avere una minore pressione fiscale e
Solo in questo modo si contribuirà davvero a liberare l’Italia dal problema rifiuti, facendo entrare il nostro Paese a pieno titolo in quella “società europea del riciclaggio” alla base nella nuova direttiva europea

[Fonte: Legambiente Italia rifiuti free]

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