Eco-guida Greenpeace ai prodotti elettronici: continua il dominio di Nokia, ma la situazione generale non migliora

di Redazione 1

E’ stato raro negli ultimi 4 anni che nelle eco-guide ai prodotti elettronici di Greenpeace la situazione peggiorasse anziché migliorare, eppure stavolta è andata così. La classifica dei principali produttori di gadget elettronici mondiali, che siano essi telefonini, televisori o console di gioco poco importa, di solito andava sempre migliorando grazie al meccanismo di concorrenza imposto da graduatorie come queste, che facevano prendere provvedimenti in materia ambientale sempre maggiori.

Purtroppo però la situazione dall’ultima rilevazione di 5 mesi fa, ma anche rispetto a quella dell’anno scorso, è in lento peggioramento. Rimangono le iniziative lodevoli intraprese dalle due case migliori ormai quasi dall’inizio delle rilevazioni, e cioè Nokia e Sony Ericsson, ma non si registrano miglioramenti tra le case produttrici in fondo alla graduatoria, mentre cominciano a perdere colpi quelle che stanno in mezzo. Dopo il salto la classifica.

Come detto, meglio di tutto sta facendo Nokia che mantiene il punteggio di 7,5 su 10 ottenuto nell’ultima rilevazione grazie ai suoi impegni nella riduzione delle sostanze tossiche, all’incremento del riciclo a fine vita dei prodotti (3-5% all’anno), l’eliminazione del PVC e l’impegno nella riduzione delle emissioni (30% al 2020), con un occhio alle rinnovabili. Male invece negli impegni sulle campagne contro i ritardanti di fiamma a base di bromo e cloro.

Al secondo posto della graduatoria, circa mezzo punto più sotto, si attesta Sony Ericsson, l’azienda con migliore performance nei criteri chimici e con un ottimo impegno ad eliminare, sin dal 2008 scorso, il PVC ed altri prodotti tossici dai propri telefonini. Buono anche l’impegno nell’utilizzo delle rinnovabili (attualmente al 30%) e nell’impegno alla riduzione delle emissioni (20% entro il 2015).

Sin dai piedi del podio però cominciano i dolori, visto che da questo momento in poi nessuno più raggiunge la sufficienza. A pari punti, 5,5, troviamo Philips ed HP. Per la prima sono lodevoli i nuovi prodotti basati sui LED senza PVC e ritardanti di fiamma, mentre molto negativa è la gestione dei rifiuti, specie nei Paesi in via di sviluppo dove il riciclo è pari a zero. Il taglio dei gas serra  del 25% entro il 2012 fa però ben sperare. HP invece guadagna molti punti e ben 4 posizioni grazie all’eliminazione dai suoi prodotti delle sostanze tossiche, ma anche in questo caso il riciclo è considerato insufficiente. Buoni risultati si registrano sul piano energetico, grazie al fatto che la gran parte dei laptop e circa la metà dei desktop oggi in commercio hanno la certificazione Energy Star 5. Bene anche gli impegni per la riduzione delle emissioni al 20% entro il 2013.

Pochi centesimi di punto più indietro troviamo nell’ordine Samsung, Motorola, Panasonic e Sony. A parte la casa coreana, tutte le altre hanno più o meno gli stessi valori, e cioè riduzione delle sostanze chimiche tossiche (PVC e ritardanti di fiamma), promesse sulla riduzione delle emissioni e standard energetici elevati, ma anche lo scarso impegno nel riciclo e nella gestione dei rifiuti. Samsung invece fa il contrario. Mentre per quanto riguarda la riduzione delle sostanze pericolose rimane indietro rispetto alla concorrenza, ha fatto un balzo in avanti per quanto riguarda il riciclo ed il ritiro dei suoi prodotti facendo registrare un 9% per i cellulari, un 12% per i PC e addirittura un 137% per le TV.

Così così la situazione di Apple, Dell e Sharp che mantengono più o meno gli stessi punteggi per aver preso provvedimenti simili alle compagnie precedenti, ma in misura inferiore. Leggermente meglio ha fatto solo Dell che si è impegnata a ridurre le sue emissioni del 40% entro il 2015, ma nonostante i buoni propositi la compagnia americana è stata penalizzata per aver ritrattato sui suoi impegni precedenti, visto che gli obiettivi al 2009 non sono stati raggiunti.

Male Acer, Fujitsu, Lenovo ed LG, le quali fanno bene sul ritiro delle sostanze chimiche tossiche, ma sono molto indietro dal punto di vista del riciclo, con tassi accettabili in alcuni Paesi e disastrosi in altri, mentre gli obiettivi di riduzione delle emissioni sono ancora troppo bassi. Una buona speranza di recupero in graduatoria però la ha LG che utilizza sempre più plastica riciclata (11%) nei suoi prodotti, e vuol portare questo riuso al 25% entro quindici anni.

E poi ci sono le note dolenti. Toshiba ottiene solo 2,3 punti con un crollo verticale dalla terza alla sedicesima posizione per non aver mantenuto le promesse sull’eliminazione del PVC e dei bromurati al 2010, senza nemmeno fissare obiettivi futuri, mentre continua lo scarso impegno nell’utilizzo della plastica riciclata. Quei pochi punti che ottiene arrivano solo grazie all’efficienza energetica dei suoi prodotti.

Infine nelle ultime due posizioni si attestano Microsoft (1,9) ed il solito Nintendo (1,8), da sempre in fondo alla graduatoria. La casa produttrice di Bill Gates non ha mantenuto le promesse sui prodotti chimici tossici ma almeno si è impegnata nell’utilizzo delle rinnovabili (24,4% del totale ad oggi) e nella riduzione delle emissioni, mentre Nintendo, nonostante abbia cominciato ad eliminare il PVC, non ha ancora fissato una data in cui questa sostanza verrà cancellata del tutto. Sempre disastrosa la gestione dei rifiuti e delle emissioni che continuano a salire, mentre almeno per quanto riguarda l’efficienza energetica dei suoi prodotti, qualche margine di miglioramento c’è.

Fonte: [Greenpeace]

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