Il cammino verso Copenhagen 2009: per i governi più che un percorso è un ostacolo

di Redazione 2

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Il summit sul clima che si terrà a Copenhagen nel 2009 è terribilmente vicino, troppo per i progressi che restano ancora da fare nelle negoziazioni tra i Paesi aderenti.
Le trattative “preliminari” di Bonn sono insufficienti a garantire un’apertura verso la soluzione dei problemi ambientali.
Non c’è, infatti, abbastanza impegno e convinzione da parte dei governi nella riduzione delle emissioni.
E’ stato fatto pochissimo e il dialogo è risultato infruttuoso e insoddisfacente.

E’questa l’opinione espressa dal comitato del Wwf International, relativamente all’andamento e ai risultati dei colloqui tra i vertici dei governi a Bonn.
Usando una metafora gli ecologisti del Wwf hanno definito il cielo sopra Bonn “nuvoloso”, giudicando troppo lento il dibattito ed il cammino che dovrà portare il mondo a trovare una soluzione definitiva e condivisa a Copenhagen.


Pesanti le accuse dei membri del comitato WWF. Kathrin Gutmann, coordinatrice della politica sul clima della famosa associazione ambientalista, ha infatti dichiarato:
I progressi alla fine del secondo turno di negoziati della conferenza delle Nazioni Unite a Bonn risultano deboli.
Più che progetti concreti, sembra che i governi stiano stilando una lista della spesa, piena di buoni propositi campati in aria.
Fortemente criticato anche l’impegno dell’Unione Europea nelle trattative:
L’Unione europea si crogiola nella sua posizione di leadership e nei risultati finora ottenuti, ma non ha mostrato segni di rinnovamento e idee propositive per il futuro.
Hanno fatto meglio Paesi non aderenti all’Unione come la Svizzera e la Norvegia, presentando proposte di cambiamento concrete, in campo di investimenti finanziari, incentivi ecologici, sviluppo di ecotecnologie.
E’ proprio così che dovrebbero procedere i negoziati: concretamente ed attivamente.

I piccoli gesti non bastano più, nè tantomeno la lista delle buone azioni.
Non stiamo scrivendo la letterina a Babbo Natale, il “prometto di essere più buono” non è sufficiente.
Ci stiamo giocando la Terra.
Occorrono progetti su larga scala per la riduzione consistente delle emissioni di CO2.

L’Australia e il Canada hanno attirato molte critiche, nel loro tentativo di spostare l’attenzione dalla riduzione delle emissioni alla deforestazione e alle emissioni agricole.
Il vero problema resta sempre quello delle emissioni di CO2 dei Paesi industrializzati, gli altri sono solo conseguenze.
Solo risolvendo la causa alla base della crisi ambientale attuale, si potrà parlare di uno sforzo concreto per la risoluzione di tutto il resto.
Tutto il resto, le parole e i propositi vuoti, che esulano da proposte concrete, non sono altro, concordiamo con il WWF, che una lista della spesa.

Commenti (2)

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