Nube tossica nel Texas dopo l’esplosione di una fabbrica, decine di morti ed evacuazioni

di Redazione 1

nube tossica texasUna nube tossica si è sprigionata nel Texas dopo l’esplosione di una fabbrica di fertilizzanti: migliaia di persone evacuate, decine di morti (tra i 60 e i 70), centinaia i feriti. Le cause del disastro restano ignote e al momento la nube tossica continua a mettere in fuga gli abitanti.

Nube tossica in Texas, morte ed enorme paura tra la popolazione. È esplosa una fabbrica di fertilizzanti a circa 30 km da Waco, e si è trattato di una detonazione talmente potente da aver generato addirittura un sisma di magnitudo 2.1. Dopo l’enorme botto una nube tossica ha riempito il cielo e nella notte sono stati evacuati circa 2800 abitanti, tutti enormemente scossi dall’avvenimento.

La nube tossica derivata dall’esplosione causerà inevitabilmente dei nuovi sfollati e delle nuove evacuazioni. Si tratta di una nube altamente pericolosa in quanto l’anidra ammonia presente nella nube è una sostanza che determina bruciature anche gravi al semplice contatto con la pelle. Il panico tra i residenti della zona è quindi risultato inevitabile. Alcune testimonianze fanno davvero accapponare la pelle.

Lo stesso sindaco della cittadina, Tommy Muska, ha dichiarato:

È stato come una bomba atomica scoppiata in giardino. Dopo il botto terribile abbiamo visto salire in cielo un’enorme palla di fuoco, quindi un altissimo fungo di fumo alto decine di metri.

Lo sceriffo ha dal canto suo aggiunto:  “Non ho mai visto niente come questo in vita mia: è come una zona di guerra”. L’enorme esplosione ha avuto luogo pochi minuti dopo la nascita di un incendio. Ma lo scenario è ancora più impressionante di quanto raccontato finora: lo spostamento d’aria ha infatti letteralmente abbattuto tutte le case in prossimità della fabbrica, cancellate dall’enorme spostamento d’aria.

La nube tossica generata dal botto è ora il problema più grande da affrontare per una zona sconvolta da decine di morti e centinaia di feriti.

Photo credits | Alex E. Proimos su Flickr

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