Agricoltura biologica, nel 2011 più operatori ma meno ettari coltivati

di Redazione 1

L’agricoltura biologica registra un aumento dei propri operatori ma una diminuzione degli ettari coltivati, questi i risultati delle prime analisi effettuate dal ministero sui dati raccolti dagli Organismi di Controllo, elaborati dal Sinab, il Sistema di Informazione Nazionale sull’Agricoltura Biologica.

Il numero degli operatori nel settore agricoltura biologica (48.269 cittadini di cui 37.905 produttori esclusivi, 6.165 preparatori e 3906 produttori e trasformatori) è aumentato dell’1,3% nel 2011, mentre nello stesso anno le superfici agricole coltivate con metodi prettamente bio (si parla di circa 1.096.889 ettari) sono diminuite dell’1,5%.

Mario Catania, il Ministro delle politiche agricole, alimentari e forestali, ha commentato come segue questi primi dati sull’agricoltura biologica italiana nel 2011:

Il mercato del biologico in Italia continua a crescere ed è uno tra i settori del nostro agroalimentare che gode di migliore salute; la fiducia dei consumatori verso il biologico infatti continua a premiare la qualità ambientale e le garanzie di questo metodo di produzione. Anche i dati di produzione del biologico italiano danno una fotografia tutto sommato positiva del settore: l’Italia per superfici biologiche e per numero di operatori resta ai primi posti in Europa e nel mondo. Dobbiamo comunque ancora impegnarci molto per strutturare meglio le filiere produttive, in modo da far intercettare al nostro sistema di imprese italiane le opportunità che il mercato offre.

Le regioni in cui sono maggiormente presenti aziende agricole dedicate al biologico sono la Sicilia e la Calabria, mentre, sempre nel settore biologico, la maggior parte delle aziende specializzate nella trasformazione si trovano in Emilia Romagna, Lombardia e Veneto. Per ciò che concerne le coltivazioni risultata che gli orientamenti produttivi più rilevanti continuino a interessare cereali, foraggio, pascoli e olivocoltura. Per quanto riguarda la zootecnia, infine, si registra un aumento complessivo piuttosto netto del numero di capi suini, caprini e avicoli.

Photo Credits | pizzo di sevo su Flickr

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