Carburante per i jet proveniente dall’acqua di mare

di Redazione 1

jet americano

Di fronte al riscaldamento globale ed alla carenza di petrolio, la US Navy sta sperimentando la produzione di combustibile per i jet proveniente dall’acqua di mare. I chimici militari hanno trasformato l’acqua di mare in una breve catena di idrocarburi insaturi che, con un successivo affinamento, potrebbe essere trasformata in kerosene per dare energia ai jet. Ma rimane da trovare una fonte di energia pulita per alimentare le reazioni, se la finalità ultima è di non emettere carbonio.

Il processo prevede l’estrazione dell’anidride carbonica disciolta nell’acqua e combinarla con l’idrogeno ottenuto dalla scissione delle molecole d’acqua usando l’energia elettrica, per produrre idrocarburi. Viene utilizzata una variante di una reazione chimica chiamata processo Fischer-Tropsch, che viene utilizzata commercialmente per produrre una benzina simile agli idrocarburi dal syngas, una miscela di monossido di carbonio e idrogeno, spesso derivate dal carbone.

Robert Dorner, un chimico del Naval Research Laboratory di Washington DC e primo autore dello studio, afferma che la CO2 è raramente utilizzata nel processo Fischer-Tropsch a causa della sua stabilità chimica. Ma l’abbondanza di CO2, combinata con le preoccupazioni per il riscaldamento globale, la rendono un’interessante potenziale materia prima. Anche se il gas costituisce solo una piccola parte dell’aria (circa lo 0,04%) l’acqua dell’oceano contiene una concentrazione di circa 140 volte superiore.

Il team della marina sta ora compiendo sperimentazioni per trovare il modo di effettuare il processo di produzione di CO2 lontano dalla produzione di metano indesiderato, per produrre maggiormente gli idrocarburi. Nel tradizionale processo Fischer-Tropsch, il monossido di carbonio e l’idrogeno sono riscaldati in presenza di un catalizzatore per avviare una complessa catena di reazioni che producono una miscela di metano, cere e composti a combustibile liquido.

Dorner e colleghi hanno scoperto che utilizzando il solito catalizzatore basato sul cobalto sulla CO2 dell’acqua di mare, il prodotto derivato è quasi interamente gas metano. Il passaggio ad un catalizzatore di ferro ha portato soltanto al 30% della produzione di metano, con il restante 70% che ha bisogno di essere raffinato per diventare carburante per i jet.

Erica Willauer, chimico leader del progetto, ha ammesso che l’efficienza deve essere molto migliorata, magari trovando un catalizzatore diverso.

L’idea di usare la CO2 come fonte di carbonio è affascinante

ha affermato Philip Jessop, un chimico della Queen’s University di Kingston, Ontario, Canada. Ma per fare un carburante che sia propriamente “ecologico”, l’elettrolisi ad energia intensiva che produce l’idrogeno dovrà utilizzare una fonte di energia ad emissioni zero; ed il complesso processo consumerà sempre più energia rispetto al combustibile che produce o che potrebbe produrre. Inoltre, ogni fase del processo è probabile che aggiunga costi e problemi.

E’ molto più complicata di quanto sembrava prima

ha concluso Jessop.

Fonte: [Newscientist]

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