Graphene: la tecnologia che raddoppierà l’efficienza delle rinnovabili

di Redazione 1

Uno degli argomenti spesso portati contro le energie rinnovabili è che esse hanno scarsa capacità di fornire energia. Un grande impianto spesso non supera il 50% (nel migliore dei casi) del fabbisogno di una casa media. Da oggi però anche questa argomentazione potrebbe essere smentita.

Ingegneri e scienziati dell’Università di Austin (Texas) hanno fatto un grande passo avanti sull’uso di una struttura di atomi chiamata “Graphene“, che sarebbe una nuova base di carbonio che serve ad immagazzinare elettricità in dispositivi ultracapaci, in maniera tale da raddoppiare le prestazioni dei collettori delle energie rinnovabili, sole e vento in testa.

“Attraverso tale dispositivo, la carica elettrica può essere rapidamente stoccata sui fogli di Graphene, e rilasciata gradualmente per fornire corrente. Ci sono ragioni per pensare che grazie all’abilità di questo collettore energetico le prestazioni saranno il doppio di quelle dei materiali attualmente in commercio. Dobbiamo però provare se questo funziona anche fuori dal laboratorio”

Spiega così la loro invenzione Rod Ruoff, ingegnere meccanico e professore di fisica e chimica all’Università texana, che però non garantisce ancora al 100% la bontà del loro lavoro, promettendolo per un futuro molto prossimo. Al momento esistono due metodi principali per immagazzinare energia elettrica: le batterie ricaricabili e gli “ultracapacitatori” (una specie di mega-batteria che trattiene l’energia prodotta da fonti rinnovabili, che ha il vantaggio di contenere maggior energia elettrica e di durare di più), sempre più commercializzati ma ancora poco conosciuti.

Ma questa nuova tecnologia non si utilizzerà esclusivamente per le case, ma anche per rendere maggiormente efficienti le automobili ibride, o anche gli autobus, i treni e i tram, e addirittura le fotocopiatrici da ufficio e i telefonini, insomma tutto ciò che oggi è alimentato dall’elettricità del petrolio, domani verrà alimentato dalle fonti rinnovabili. Grazie alla loro invenzione, Ruoff prospetta un incremento esponenziale degli investimenti soprattutto nell’eolico, predicendo che tra 20 anni i soli Stati Uniti produrranno tanta energia eolica quanta è prodotta oggi in tutto il mondo.

Commenti (1)

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