Deforestazione, in Amazzonia raggiunge +26%

di Redazione Commenta

deforestazione AmazzoniaLa deforestazione in Amazzonia sta crescendo vertiginosamente e solo nel semestre compreso tra il mese di agosto 2012 e il mese di febbraio 2013 ha distrutto 1.695 km di foresta. L’aumento del fenomeno è del +26% rispetto all’anno scorso e le conseguenze rischiano di avere ripercussioni per l’intero Pianeta.
Una superficie grande come la città di San Paolo, la metropoli più grande del Sud America, è andata distrutta in poco meno di 6 mesi nella foresta amazzonica, il polmone verde del Pianeta Terra. Con questo ritmo la foresta dell’Amazzonia sta scomparendo, senza contare i cambiamenti climatici che stanno alterando gli ecosistemi accelerando il fenomeno della siccità e dell’erosione del suolo. La crisi mondiale non ha fermato la deforestazione e anzi, rispetto allo scorso anno, c’è stato un aumento del +26%: 1.695 kq di foresta tagliati in un solo semstre del 2012-2013 contro i 1.339 di un anno fa. L’Agenzia per la protezione ambientale brasiliana sta accrescendo i controlli per fermare lo scempio, ma fin quando non esisterà una politica comune e una reale volontà di arrestare la deforestazione, gli sforzi sono quasi del utto inutili.

I dati raccolti dall’ente brasiliano sono stati elaborati dal sistema di rilevamento satellitare Deter del National Space Research Institute, e hanno evidenziato un aumento del taglio intensivo degli alberi della foresta amazzonica con maggiore intensificazione in alcune aree specifiche: la zona in cui il fenomeno è stato più incisivo è quella del Mato Grosso, con 734 kmq di foresta distrutti; seguita dagli Stati a nord di Parà, con 428 kmq e la regione di Rondonia, con 270 kmq di foresta tagliati. Ricordiamo che la deforestazione è uno dei problemi ambientali più influenti che non ha ripercussioni solamente locali, ma riguarda l’intero Pianeta: da sempre la foresta dell’Amazzonia è stata definita il polmone verde del mondo, ma adesso quel polmone non c’è quasi più.

[Fonte: Adnkronos]

[Photo Credit | Thinkstock]

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