I gorilla di Greenpeace attaccano la Nestlé (video)

di Redazione 2

nestle greenpeace

Grazie ad una campagna dura e implacabile di “gorilla marketing” online, le proteste sociali stanno avendo sempre più audience, tanto da far retrocedere la multinazionale Nestlé, che pare abbia ceduto alle pressioni provenienti da Greenpeace.

Il fulcro della questione è il disastro di pubbliche relazioni durante l’uso di olio di palma sostenibile nelle sue barrette di cioccolato, provenienti da foreste pluviali in rapida estinzione in Indonesia. La manifestazione ha preso una strana piega la scorsa settimana quando gli attivisti di Greenpeace hanno fatto irruzione durante un’assemblea degli azionisti a Losanna, in Svizzera, in un agguato coordinato, travestiti da orangotango in modo piuttosto convincente, come si vede nel video pubblicato a fine articolo.

La protesta ha avuto inizio lo scorso mese quando la Nestlé ha chiesto di censurare un video di Greenpeace in cui si criticavano dei collegamenti con la compagnia indonesiana fornitrice Sinar Mas, la quale è accusata di avere un ruolo importante nella continua perdita delle foreste pluviali del sudest asiatico. E’ stato un grosso errore da parte di Nestlé, in quanto il video originale su YouTube aveva ricevuto pochi contatti e non avrebbe destato grande clamore se Nestlé se non avesse reagito come ha fatto.

Imperterrito, Greenpeace ha ripubblicato il video su Vimeo, dove stavolta ha raccolto 1,3 milioni di contatti. Greenpeace ha anche contemporaneamente lanciato una furiosa campagna sociale sui media che ha incluso un boicottaggio dei prodotti Nestlé, un attacco coordinato su Twitter e su Facebook, il che dimostra quanto velocemente le proteste sociali dei media possano cambiare le cose.

Dopo giorni di intensa pubblicità negativa, sembrava che le acque si fossero calmate la scorsa settimana, cioè fino all’assemblea annuale degli azionisti della Nestlé, quando è stata interrotta da un manifestante che dal tetto dell’edificio ha spiegato uno striscione enorme che diceva “Nestle, concede una pausa agli oranghi”, parafrasando il famoso slogan della Kit-Kat.

In risposta alle pressioni, Nestlé ha già abbandonato Sinar Mas come fornitore, ma continua ad essere indirettamente fornita da Sinar Mas attraverso altre multinazionali come Cargill. Nonostante Nestlé si sia impegnata ad usare solo olio di palma sostenibile certificato entro il 2015, i critici dicono che cinque anni rappresenteranno un danno enorme per la popolazione di orangotango già in grave declino.

Sinar Mas è già al centro di forti critiche crescenti a causa della distruzione di grandi tratti della foresta pluviale incontaminata, habitat di molte specie in via di estinzione tra cui l’orango, per far posto a piantagioni di palma da olio. La produzione di palma da olio è una delle principali cause della deforestazione e della perdita di torbiere che sta rendendo l’Indonesia una delle principali emettitrici di gas ad effetto serra a livello mondiale.

Fonte: [Treehugger]

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