Karl Rove: “non c’è più nulla da fare per il clima”

di Redazione 4

Il giorno delle elezioni di medio termine negli Stati Uniti, lo stratega repubblicano Karl Rove potrebbe essersi lasciato sfuggire la verità più di quanto non abbia mai fatto il suo partito negli ultimi anni. In una conferenza tenuta in favore delle società di perforazione del suolo alla ricerca del gas, ha pronunciato un discorso su come con l’arrivo del nuovo Congresso, il quale ha sottratto dei deputati ad Obama, sarà “sicuro come la morte” che non verrà approvata una legge che limita le emissioni di gas ad effetto serra. “Il clima è andato” ha detto, che in slang americano (Climate is gone) suona meglio come “ormai non c’è più nulla da fare per il clima”. Finalmente il partito Repubblicano è uscito allo scoperto ed ha annunciato cosa ne pensa del problema ambientale.

Rove in quel momento si stava riferendo all’American Clean Energy and Security Act, approvato alla Camera dei Rappresentanti, ma poi interrotto al Senato. Egli intende agire in modo che gli sforzi per porre un limite alla quantità di emissioni di gas serra per le aziende, per cui anche Obama si è molto battuto, siano resi vani. Ci vorranno anni prima che la riforma sul clima e sull’energia pulita possa essere di nuovo sul tavolo.

Ecco come il Philadelphia Inquirer ha riportato il discorso di Rove:

“Il clima è andato”, ha detto Rove, il principale relatore nel giorno di apertura di una conferenza di due giorni sponsorizzata dall’Hart Energy Publishing LLP.  “Io non credo che vi dobbiate preoccupare”

facendo riferimento alla possibilità da parte del nuovo Congresso di bloccare tutto e fare in modo che le leggi statali vengano superate da quella federale che non permetterà mai un limite alle emissioni di gas serra. Una decisione incomprensibile per un Paese come gli Stati Uniti che solo due anni fa ha eletto Barack Obama, uno dei presidenti più verdi della storia. Ci sono preoccupazioni sia per l’impatto ambientale che per gli effetti sulla salute umana a seguito di questa decisione.

Rove si oppone alla politica climatica di Obama, quella stessa politica richiesta da tutto il mondo, con campagne di opposizione costate anche svariati milioni di dollari, diffondendo la retorica anti-climatica attraverso vari canali di informazione conservatori, e aiutando ad elaborare la strategia comune per ignorare o negare che il cambiamento climatico globale sia un problema reale che si debba prevenire. Queste parole sono molto importanti a livello internazionale in quanto mettono in pericolo anche le altre nazioni. Se gli Stati Uniti non decidessero di avviare una politica condivisa sul taglio delle emissioni, non lo faranno nemmeno le altre grandi superpotenze come Cina, India e Brasile, e con il rischio che l’Unione Europea resti da sola a combattere contro i mulini a vento, il problema ambientale potrebbe diventare a breve una bomba impossibile da disinnescare.

[Fonte: Treehugger]

Commenti (4)

  1. Forse un chiaro esempio di come si possano alternativamente interpretare le parole e, con questo, semplicemente ribaltarne il significato.

    Si scrive nell’articolo, con riferimento all’espressione usata da Karl Rove:
    ” “Il clima è andato” ha detto, che in slang americano (Climate is gone)”

    Però, interessante!

    E se invece di interpretarlo in quel modo, Karl Rove avesse semplicemente voluto dire:
    ” “Il clima è andato” ha detto,… nel senso che … “le speculazioni sul clima sono infine evaporate” ?

    C’è davvero da diffidare di queste teorie e dai suoi interpreti, soprattutto se si considera che il Clima è per sua natura mutevole, è sempre cambiato nel passato e continuerà a farlo anche in futuro, che l’uomo lo voglia o meno!

    Pensare che sia l’uomo ad provocare i cosiddetti “Cambiamenti Climatici” è semplicemente eretico !

    Infine, l’ultima frase che colgo dall’articolo è, forse (involontariamente, presumo), la più vera:

    ” … con il rischio che l’Unione Europea resti da sola a combattere contro i mulini a vento,”

    Appunto, i mulini a vento (riferiti al tema CO2) e guarda caso spesso evocati ed utilizzati come argomento correlato per sfuggire allo “psico-dramma”!

    Se le conseguenze di questa incredibile e fantastica speculazione non fossero enormi e catastrofiche (nel senso che stanno bruciando e drenando un’enormità di risorse, appunto per combattere contro i “mulini a vento”) si potrebbe anche sorriderne.
    Purtroppo, sarebbe un … ridere amaro!

  2. la frase si presta a diverse interpretazioni…”la discussione è chiusa”, “non c’è più niente da fare”; “il problema era inconsistente e quindi si è volatilizzato”. Ad ogni modo il clima ha troppe variabili per essere prevedibile…credo che a volte alcune previsioni siano troppo azzardate e megalomani per essere prese sul serio, mi riferisco a quando si parla di aumento del livello delle acque di 3 metri in 10 anni et similia….personalmente mi fido più delle singole ricerche, intese ad avvalorare quanto avviene in un luogo ed in un momento preciso, che non nelle generalizzazioni del tipo: tra 10 anni affonderemo tutti, moriremo di caldo o ghiacciati… penso che ci sia del vero e del giusto su entrambi in fronti, perché ormai di guerra di dati si tratta, ma che a volte chi trucca i dati per avvalorare la sua ipotesi, e si tratta di scienziati, non rende un buon servizio alla verità… poi è ovvio che quando una ricerca ci dice che tra 10 anni affonderemo tutti ed è stata pubblicata da riviste autorevoli, gli organi di informazione, così come i blog di rimando, la riportano… Il problema però in quel caso sta alla base… perché il catastrofismo? Perché il negazionismo? Se si è arrivati a questo non credo la colpa sia di quanti parlano di una ricerca piuttosto che di un’altra, credono all’una o all’altra. Si genera confusione nei non addetti ai lavori che non possono e non hanno i mezzi per confutare questo fiorire di dati contrastanti da ogni parte… e allora ci si deve fidare di quanto viene detto… e se dall’ONU ci dicono che il cambiamento climatico sta prendendo una piega disastrosa e diffondono mille rapporti, insomma, qualcosa di vero ci sarà o è tutto finto? Ed è fuori discussione che la maggior parte delle persone si fiderà di quanto l’ONU dice e verrà colpita da campagne di sensibilizzazione di massa spesso davvero inquietanti, ne ricordo una sugli animali che si suicidavano che mi scosse parecchio… ebbene, se c’è una campagna di sensibilizzazione si suppone ci sia un problema, come l’alcolismo, la droga, l’AIDS. Ora mi chiedo: il clima è un problema?! Come venirne a capo? Io non credo si possa semplificare il tutto, adottando ciecamente l’una o l’altra posizione! Ma mantenersi imparziali in questa diatriba è sempre più un’impresa… lei che ne pensa?

  3. caro signor Sorgenti, accusando me, l’autore dell’articolo, di interpretare a modo mio le parole di Rove, ha subito dopo commesso la stessa “imprudenza”, dando lei un’interpretazione tutta sua. Bisognerebbe chiedere spiegazioni direttamente al politico americano, e visto che la cosa è un po’ difficile da fare, bisogna affidarsi all’interpretazione che i media negli Stati Uniti hanno dato della vicenda. E le posso assicurare che, essendosela presa piuttosto ferocemente, non credo che il senso fosse quello “mite” da lei offerto.

    Stesso discorso per la frase sui mulini a vento. E’ un’interpretazione sua che di certo io non ho voluto dare. Avevo chiamato “mulini a vento” la battaglia contro i cambiamenti climatici perché, rimanendo da sola, l’Unione Europea si sarebbe trovata a combattere contro un nemico utopico, impossibile da sconfiggere.

    Sulla possibilità che i cambiamenti climatici esistano o meno, o peggio ancora che sia l’uomo a provocarli oppure no, potremmo dibattere per mesi, tanto lo sappiamo benissimo entrambi che solo la storia farà capire chi ha ragione.

  4. Hey very interesting blog!

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