A causa del periodo di siccità che ha colpito mezzo mondo, ed in particolare gli Stati Uniti, le stime per la produzione di grano e mais per l’anno 2013 erano state già riviste al ribasso. Ma ora arriva un’altra brutta notizia: erano state sin troppo ottimistiche. Le scorte di grano in tutto il mondo nel prossimo anno verranno ridotte del 13%. Ad annunciarlo è stato il Dipartimento dell’Agricoltura Statunitense (USDA), che ha calcolato che negli USA la situazione sarà ancora peggiore.
mais
Biocarburanti: boom nel 2010 di un mercato in continua espansione
Nonostante le polemiche derivanti dalle fonti più comunemente usate per produrli, i biocarburanti continuano a crescere, e nel 2010 la loro produzione ha fatto registrare il record storico di 105 miliardi di litri in tutto il mondo, polverizzando il record dell’anno precedente di 90 miliardi. Non ci sorprenderemmo se anche l’anno prossimo assistessimo a numeri ancora superiori.
Biocarburanti, agricoltori africani rischiano sfratto dalle loro terre
Torniamo ancora una volta sul tanto dibattuto argomento biocarburanti versus sviluppo sostenibile, che ha visto finora la disfatta del carburante biologico che penalizzerebbe le colture destinate ad uso alimentare, aggravando la Fame nei Paesi sottosviluppati ed aumentando il prezzo dei beni di prima necessità (in primis i prodotti farinacei) nel resto del mondo. Senza contare la massiccia deforestazione in atto per fare spazio alle colture destinate alla produzione di biocarburanti. Un nuovo allarme degli esperti arriva dall’Africa, dove gli agricoltori rischiano di essere costretti a lasciare le loro terre a causa delle pressione di investitori ricchi e potenti o ancora di progetti di governo nati sulla base della crescente domanda globale di biocarburanti, che favorisce ovviamente i cambiamenti nelle colture.
Una recente ricerca dell’Università di Edimburgo ha scoperto che i mezzi di sussistenza già scarsi della popolazione africana potrebbero essere messi ulteriormente a repentaglio qualora i terreni agricoli africani fossero destinati in misura sostanziale alle colture per i biocarburanti.
Biocarburanti vs. bioelettricità, quale dei due è più efficiente?
L’impronta sull’acqua della bioenergia, cioè la quantità di acqua necessaria per coltivare le colture per la biomassa, è di gran lunga maggiore rispetto alle altre forme di energia. La generazione di bioelettricità è molto più efficiente, in termini di consumo di acqua, rispetto alla produzione di biocarburanti. Stabilendo l’utilizzo dell’acqua su tredici colture, i ricercatori dell’Università di Twente, Olanda, sono stati in grado di scegliere quale coltura fosse migliore in una determinata regione e quale no. Il loro lavoro è stato pubblicato su Proceedings of the National Academy of Sciences (PNAS).
Nel loro articolo, i ricercatori mostrano l’utilizzo dell’acqua in tredici colture, considerando il volume d’acqua (piovana e di irrigazione) richiesto per la produzione di energia. Per quanto riguarda le varie applicazioni della biomassa, i ricercatori hanno tenuto presente l’impatto che la coltivazione delle colture ha sul consumo di acqua. Lo hanno poi collegato alla posizione e al clima per vedere se è possibile selezionare la regione di produzione ottimale per ogni raccolto. Questo serve per impedire la coltivazione di biomassa dove potrebbe compromettere la produzione alimentare nelle regioni dove l’acqua è già scarsa.
Biocarburanti: finalmente si punta sugli scarti
Il maggior nemico dei biocarburanti negli ultimi non è stata nè la diffidenza, nè l’arretratezza di certe strutture. Ma semplicemente il principio che il cibo viene prima dell’energia. Molte critiche infatti sono state mosse ai produttori di biocarburanti, soprattutto in Brasile, che preferivano utilizzare ad esempio l’olio di colza, e non solo, il quale andava a diminuire il cibo per le popolazioni che abitavano vicino le piantagioni, e che, per fare spazio a questi enormi campi, portavano al disboscamento di centinaia di ettari di foreste, con tutte le conseguenze che conosciamo.
La soluzione, come spesso accade, era sotto gli occhi di tutti, ma finora nessuno (forse volontariamente) se ne era accorto: bastava affidarsi agli scarti. Se in linea teorica i biocarburanti erano l’alternativa migliore al petrolio (non inquinavano, erano prodotti naturali e riproducibili), in pratica erano molto dispendiosi. E allora la tecnologia ci ha permesso di produrli anche dagli scarti della lavorazione di cereali e legno, utilizzandone le parti non commestibili.
In Giappone il bioetanolo si ricava dai campi da golf
Il bioetanolo, alcol prodotto tradizionalmente da mais e canna da zucchero, potrebbe presto essere ricavato dall’erba dei campi da golf. E’ il metodo studiato da ricercatori giapponesi per sopperire alla
La classifica dei biocarburanti, non tutti fanno bene
