La guerra tra sacchetti di plastica e shoppers biodegradabili non si placa e continua a far discutere. Da ultimo la commissione Ambiente alla Camera ha decretato circa il decreto sulle “Misure urgenti in materia ambientale” che il termine per i criteri di biodegradabilità, è stato prorogato per altri 6 mesi; così come le sanzioni per chi continuerà a produrre shopper non bio sono state prorogate dal mese di luglio fino al 31 dicembre 2013.
sanzioni
Inquinamento industrie, UE multa l’Italia mentre Taranto marcia contro l’Ilva
Taranto, bambini e mamme hanno sfilato in corteo sabato scorso, in un disperato bisogno di ascolto sulla qualità della vita ed i rischi per la salute provocati dall’inquinamento dell’ILVA, lo stabilimento siderurgico o meglio il mostro che sfama e dà lavoro togliendo la vita e la possibilità di crescere agli abitanti delle aree limitrofe.
La marcia è stata organizzata dal Fondo Antidiossina, Onlus presieduta da Fabio Matacchiera. E’ lo stesso presidente dell’associazione a fornire alcuni numeri sull’impressionante arsenale inquinante delle industrie tarantine:
Nello stabilimento Ilva, la più grande acciaieria d’Europa, ci sono oltre 200 camini, e altre decine di fumaioli nella raffineria Eni, nella Cementir e nelle aziende limitrofe.
Rifiuti pericolosi, WWF: “Proroga SISTRI apre Far West delle scorie in Italia”
Tempo fa, quando parlammo del SISTRI, alcuni nostri lettori che operavano nel settore industriale e del trasporto, ci scrissero che il nuovo sistema di tracciabilità dei rifiuti gli stava procurando non poche noie, disagi e confusione per via dei ritardi, della poca chiarezza e dell’organizzazione logistica carente e ancora poco funzionale.
Oggi a lamentarsi con il Ministro dell’Ambiente, l’Onorevole Stefania Prestigiacomo, è il WWF Italia che intravede un periodo nero per la sicurezza ambientale del nostro Paese, già gravemente compromessa, proprio a causa del SISTRI o meglio della proroga all’operatività che di fatto, sospendendo fino a giugno le sanzioni per le violazioni del trasporto delle scorie, apre un vero e proprio Far West dei rifiuti pericolosi nella penisola.
Foche salve, l’Unione Europea ne vieta la commercializzazione dei derivati
Quei piccoli cuccioli di foca che hanno commosso il mondo, con i loro sguardi innocenti e spauriti prima di ricevere quella bastonata fatale, hanno ottenuto una grande vittoria. Al fine di fermare la strage di questi bellissimi animali, l’Unione Europea ha approvato a larga maggioranza, 550 voti favorevoli, 49 contrari e 41 astensioni, un regolamento che vieta, all’interno di tutti i Paesi dell’Unione, di commercializzare i derivati delle foche, come le pellicce e la carne. Con le dovute eccezioni.
Esistono infatti delle popolazioni, chiamate eschimesi o inuit, che hanno come fonte principale per il loro sostentamento la commercializzazione di questi prodotti. In questo caso, l’Unione Europea prevede la possibilità di farlo. Infatti i prodotti importati potranno entrare soltanto in tre casi: se provenienti dalle attività inuit per la loro sussistenza, se i fini della caccia avranno una gestione sostenibile delle risorse marine, oppure se le merci importate saranno souvenir di viaggi in quelle zone.