Foche salve, l’Unione Europea ne vieta la commercializzazione dei derivati

di Redazione 2

Quei piccoli cuccioli di foca che hanno commosso il mondo, con i loro sguardi innocenti e spauriti prima di ricevere quella bastonata fatale, hanno ottenuto una grande vittoria. Al fine di fermare la strage di questi bellissimi animali, l’Unione Europea ha approvato a larga maggioranza, 550 voti favorevoli, 49 contrari e 41 astensioni, un regolamento che vieta, all’interno di tutti i Paesi dell’Unione, di commercializzare i derivati delle foche, come le pellicce e la carne. Con le dovute eccezioni.

Esistono infatti delle popolazioni, chiamate eschimesi o inuit, che hanno come fonte principale per il loro sostentamento la commercializzazione di questi prodotti. In questo caso, l’Unione Europea prevede la possibilità di farlo. Infatti i prodotti importati potranno entrare soltanto in tre casi: se provenienti dalle attività inuit per la loro sussistenza, se i fini della caccia avranno una gestione sostenibile delle risorse marine, oppure se le merci importate saranno souvenir di viaggi in quelle zone.

Su questo punto si è a lungo dibattuto, in quanto chiunque potrebbe “eccedere” con i souvenir, e ritornare a cacciare come già si fa da anni. E allora alla dogana ci sarà la valutazione della quantità di materiale importata, in quanto, se eccederà una certa soglia, stabilita da ogni Stato, prevista per i ricordi delle vacanze, essa sarà considerata commercializzabile, e quindi fuorilegge.

Inoltre l’Unione Europea ha diffuso un semplice regolamento, che però non è vincolante. Nel senso che ogni Stato può decidere la propria legislazione in autonomia. Si potranno decidere le pene per i trasgressori, le quali dovranno essere “effettive, proporzionate e dissuasive”, ed inoltre nel 2011, e poi ogni 4 anni, bisognerà formulare una relazione in cui ogni Paese dichiara le misure che ha preso in questa direzione, le quali poi saranno valutate dalla Commissione Europea sull’applicazione del regolamento. Un giro di vite importante per un aspetto di cui il buon senso non dovrebbe nemmeno averne bisogno.

Fonte: [Corriere della Sera]

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