VAS, Valutazione Ambientale Strategica

Valutazione Ambientale Strategica (VAS)

La Valutazione Ambientale Strategica (VAS) consta di un processo volto all’integrazione sinergica di considerazioni di natura ecologico-ambientale utili a valutare gli effetti ambientali dei piani o dei programmi lungo tutto il loro iter attuativo: in fase preliminare ex ante della loro approvazione, ma anche in itinere ed al termine  del loro periodo di validità.

Prende nome di valutazione ambientale strategica perché viene fatta al momento in cui si elaborano le stategie e le linee guida di un progetto, di modo che le misure di salvaguadia dell’ambiente siano perfettamente integrate nel progetto e non si esauriscano in mitigazioni di danni già fatti. Altri obiettivi della VAS riguardano sia il campagne di informazione, sensibilizzazione e partecipazione della cittadinanza che la promozione del coinvolgimento della Pubblica Amministrazione nei processi di pianificazione-programmazione.

VIA, Valutazione di Impatto Ambientale

Valutazione di impatto ambientale

Consta di una procedura amministrativa di supporto per l’autorità decisionale finalizzata ad individuare, descrivere, valutare e ridurre al minimo gli impatti che la costruzione di un’opera architettonica o ingegneristica (infrastrutture) ha sull’ambiente, e a determinare l’mpatto ambientale prodotto dall’attuazione di un determinato progetto.

La VIA cerca quindi di stimare quali siano le modifiche, positive o negative, degli stati ambientali di fatto, indotte dall’attuazione di un’opera.

Gasdotto Adriatica, il Grande Tubo che non s’ha da fare

Il Grande Tubo ti scava, dalla Puglia all’Emilia Romagna, toccando dieci regioni e varcando i confini di tre parchi nazionali. Ne parla Jenner Meletti sulle pagine di Repubblica, di Rete Adriatica, il gasdotto progettato nel 2005 dalla Snam rete gas spa in partnership con la British Gas e che dovrebbe portare il gas che proviene dall’Algeria e dalla Libia, da Massafra (Taranto) fino a Minebio (Bologna), dal Sud al Nord passando per un centro di polemiche che si snodano lungo quei 687 chilometri che andranno ad intaccare gran parte del crinale dell’Appennino, ad oggi quasi miracolosamente intatto.

Si sono prontamente costituiti dei comitati No Tubo. I dubbi sono tanti e scorrono su e giù per l’Italia come nelle condutture del gas. I promotori si chiedono come mai un condotto di un diametro di 1,2 metri che va posizionato in una sorta di trincea da scavarsi cinque metri sotto terra debba passare sul crinale appenninico piuttosto che sulla più sicura costa adriatica dove già esiste un gasdotto.