Riscaldamento globale, più malattie tra gli Inuit del Polo Nord

di Redazione Commenta

riscaldamento terrestreL’aumento della temperatura terrestre che ricordiamo è stimato tra 1,4 e 3 gradi entro il 2050 non mette a rischio solo gli animali e le piante, ma anche le piccole comunità che vivono nei pressi del circolo polare artico. Ci riferiamo agli Inuit del Polo Nord, ossia le popolazioni di eschimesi che popolano le fredde terre del Nord. Secondo la notizia apparsa sulla rivista scientifica EcoHealth, queste comunità sarebbero in pericolo a causa del proliferare di alcuni batteri che si riproducono con lo scioglimento dei ghiacci.

Lo studio in particolare ha monitorato lo stato di salute di una comunità che abita nella costa settentrionale del Labrador, in Canada, il gruppo di Rigolet. Dall’analisi comparata di diversi fattori, quali condizioni meteo, analisi settimanale della qualità dell’acqua di fiumi e ruscelli, e condizioni di salute dei diversi abitanti della comunità in base all’età e al sesso; è emerso che la maggior parte di loro soffre di disturbi gastrointestinali. Lo spiega la studiosa Sherilee Harper dell’Università canadese di Guelph

Combinando i dati abbiamo trovato dei trend molto interessanti ad esempio abbiamo visto che dopo periodi di piogge massicce o di scioglimento rapido dei ghiacci c’é un aumento di batteri come l’Escherichia Coli nell’acqua, e due settimane dopo puntualmente crescono i casi di diarrea o vomito.

Le conseguenze sono dovute all’aumento della temperatura delle acque correnti dolci che sono alla base dell’alimentazione delle comunità di eschimesi, fonti indispensabili per la caccia e la pesca degli Inuit. Come era stato già annunciato sulla rivista BioScience, i ghiacci dell’Artico sono tra le zone del Pianeta che più risentono dei cambiamenti climatici e dell’aumento della temperatura terrestre, ed è proprio in questa vasta zona della Terra che si stanno verificando i primi impatti sulle specie viventi: lo scioglimento dei ghiacciai fa diminuire la presenza delle alghe microscopiche che sono alla base della catena alimentare di molte specie animali, fino ad arrivare agli orsi e ai pinguini.

[Fonte: Ansa]

[Photo Credit | Thinkstock]

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