Catturare l’energia solare direttamente dallo spazio

di Redazione 2

Come abbiamo più volte ripetuto, quello dell’energia solare rappresenta un settore in continua evoluzione. Il costante aumento del prezzo dei carburanti, poi, ha dato il via, ultimamente, a tutta una serie di innovazioni per limitare il più possibile la dipendenza dal petrolio e dai suoi derivati.

Una di queste idee consiste nel catturare l’energia del sole direttamente dallo spazio. Pravna Mehta, coordinatore delle operazioni in India per lo Space Island Group, per risolvere la carenza di elettricità in India ha pensato di catturare l’energia del sole attraverso appositi satelliti.


L’idea, in realtà, non è nuova. Già dal 1970, infatti, la NASA e l’United States Department of Energy presero in considerazione il progetto concledendo che la tecnologia era fattibile ma i costi per realizzarla erano troppo alti. Secondo i dati della Nasa, il costo di tutte le infrastrutture necessarie alla nuova tecnologia si aggirerebbe intorno a mille miliardi di dollari, prezzo inimmaginabile per quegli anni. Oggi il contesto è cambiato e l’idea è pronta per un nuovo inizio. Pravna Mehta ha previsto una serie di satelliti in grado di catturare una grande quantità di energia solare che viene successivamente rispedita a terra attraverso potenti ricevitori per esserre convertita in elettricità e trasferita alla rete elettrica. I satelliti posizionati nello spazio, inoltre, non subirebbero l’ombra della Terra e l’energia sarebbe disponibile tutto il giorno, 365 giorni all’anno. Nel 2007 il National Security Space Office del Pentagono ha incoraggiato il governo americano a sviluppare sistemi di cattura dell’energia solare dallo spazio. Il Pentagono stima che solo un chilometro di satelliti spaziali potrebbe produrre in un anno una quantità di energia quasi pari a quella contenuta in tutte le riserve di petrolio conosciute ad oggi sulla Terra. Gli studi del Pentagono, inoltre, affermano che l’energia solare proveniente dai satelliti potrebbe sviluppare elettricità sufficiente per tutte le operazioni militari degli Stati Uniti, per le aree disastrate e per i paesi in via di sviluppo.

Secondo Charles Miller, direttore della Space Frontier Foundation sarà possibile avere il primo satellite entro i prossimi 10 anni. Certo il progetto è molto costoso e le tecnologie da utilizzare molto complesse ma l’interesse di grandi potenze come gli Stai Uniti, la Russia, la Cina, l’India e l’Unione Europea fa ben sperare nella buona riuscita dell’operazione.

Commenti (2)

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