Riscaldamento globale Luglio 2016

Riscaldamento globale, il luglio più caldo in 136 anni

Riscaldamento globale Luglio 2016
Ennesimo record in un 2016 che sembra ormai solidamente impostato per diventare uno degli anni più caldi della storia. Anche a luglio il progetto GISS della NASA ha rilevato una elevata anomalia termica su scala globale ritoccando al rialzo i valori limite già toccati nel 2015. Riscaldamento globale ed azioni transitorie sul clima del pianeta sommano ormai da molti mesi i relativi effetti generando una situazione tra le più anomale e caratteristiche da quando esistono dati sistematici e diffusi sulla temperatura.

Riscaldamento globale, primo semestre 2016 il più caldo della storia

Riscaldamento globale IIQ2014
Continuano ad arrivare segnali preoccupanti sul riscaldamento globale e sui complessi fenomeni innescati dal cambiamento climatico in corso. Un nuovo allarme è arrivato nelle scorse ore dai ricercatori Goddard Institute for Space Studies (GISS) della NASA che ha esaminato alcuni i dati climatici di questa prima metà del 2016. Nei primi sei mesi dell’anno molti record sono stati battuti in negativo sia per quanto riguarda la temperatura del pianeta che in merito all’estensione dei ghiacciai artici.

NASA, le mappe dallo spazio delle emissioni di CO2 e delle foreste

Alcune preziose informazioni sul nostro pianeta giungono dalla NASA e dallo spazio, con la mappa delle foreste e la mappa delle emissioni di Co2 dell’intero globo, che come balza all’occhio rivela una quantità di emissioni davvero massiccia da parte dell’emisfero meridionale: vediamo allora a cosa è dovuta tutta questa anidride carbonica e perché i risultati risultano di particolare interesse scientifico ed ecologico.

Il buco dell’ozono si restringe grazie all’aria calda nella stratosfera

La NASA diffonde le ultime rilevazioni riguardanti il buco dell’ozono, e per fortuna si tratta di buone notizie. Rispetto al record raggiunto nel 2000, quando il buco dell’ozono quasi toccò i 30 milioni di km quadrati di estensione, l’estensione odierna appare decisamente più contenuta: si parla di 17,9 milioni di km quadrati, la seconda grandezza più piccola registrata negli ultimi venti anni. La causa del calo secondo gli esperti è nella naturale fluttuazione di aria calda nella stratosfera.

Rifiuti spaziali fuori controllo, chiesto l’intervento della Nasa

Rifiuti spaziali fuori controllo. E’ questo l’allarme, l’ennesimo a dire il vero, lanciato dal mondo della ricerca sui detriti che gravitano allo sbando nello spazio. Stavolta  è il Consiglio Nazionale per la Ricerca americano a mettere in guardia la Nasa, l’agenzia spaziale americana, chiedendole di intervenire su quella che ormai è divenuta una situazione insostenibile. A rischio ci sono le missioni spaziali stesse, minate dai continui impatti dei rifiuti con le navicelle che potrebbero creare delle crepe ed inoltre, come avvertono gli stessi autori del report, altro non fanno che generare, ad ogni nuova collisione, altre particelle di detriti, in un circolo vizioso apparentemente senza fine. Si è toccato il punto di non ritorno, spiegano infatti i ricercatori americani. Ma quali sono stati, negli ultimi anni, gli incidenti che più hanno disseminato detriti nello spazio?

NASA, consumo risorse vegetali della Terra in crescente aumento

La popolazione mondiale continua a crescere ed emergono nuovi Paesi nel panorama dello sviluppo economico. Diretta conseguenza di un’umanità sempre più vorace è un consumo di risorse in costante, crescente ed inarrestabile aumento. A dirlo è la NASA, spiegando in un recente studio che il tasso di consumo delle risorse vegetali è in crescita sia nel suo complesso sia su base pro capite. Oltre che per il cibo, ad essere consumate sono le piante necessarie per la carta, per gli indumenti, per gli alimenti per il bestiame, per la legna da ardere, per i biocarburanti e per i materiali da costruzione e gli imballaggi.

Un gruppo di ricerca della NASA guidato da Marc Imhoff del NASA’s Goddard Space Flight Center di Greenbelt, nel Maryland, ha quantificato il consumo globale di piante nel 2004. Il gruppo ha inoltre rilevato che nel 1995 l’uomo aveva consumato il 20 per cento di tutto il materiale vegetale prodotto in quell’anno.

Sole in tempesta, immagini, eruzioni e previsioni firmate NASA (fotogallery)

Il Sole si è svegliato. Non oggi, ad inizio agosto. E sembra di cattivo umore. Continuano le eruzioni, sempre più violente, sull’intera superficie. Un fenomeno, quello del vento solare, che sprigiona uno sciame di particelle verso la Terra, dando origine ad aurore spettacolari attorno al Polo Nord.

La NASA ha documentato il tumulto del Sole con delle immagini a dir poco suggestive. E sta seguendo con interesse l’evoluzione della tempesta solare. Interesse scientifico, dai più scambiato per apprensione. Dacché l’agenzia spaziale americana ha annunciato un’intensificazione dell’attività solare per il 2013 che potrebbe scatenare il finimondo. Ma non letteralmente. I conti non tornano. La fine del mondo era prevista per il 2012. E gli apocalittici non hanno perso tempo ad avvalorare la loro ipotesi facendosi scudo con il recente studio della NASA. Moriremo nel 2013 per una tempesta solare. E’ deciso.
In realtà, la Nasa ha messo in guardia sui rischi di una tempesta magnetica per le comunicazioni satellitari, e quindi anche per i sistemi di sicurezza che contrastano il terrorismo, e su quello che potrebbe essere un black out su scala globale.

Rifiuti nello spazio, alla Cina il primato per l’inquinamento in orbita

Residui di razzi, satelliti dismessi, parti di veicoli: sono solo alcuni pezzi dei rifiuti che gravitano nello spazio. A produrli sono, ovviamente, le tre principali potenze spaziali nella misura del 93% dell’ammontare della spazzatura orbitante.
Stando ai dati forniti dall’Agenzia Spaziale Federale Russa Roscosmos il 40% dei rifiuti sarebbe prodotto dalla Cina, al secondo posto ci sarebbero gli Stati Uniti con il 27,5% e al terzo la Russia con il 25,5%. Il restante 7% è imputabile a tutti gli altri Paesi che in questi ultimi anni hanno partecipato alle missioni spaziali internazionali o hanno azzardato una propria corsa nello spazio.

Ci pensavo proprio oggi: ma quanti poco onorevoli primati detiene la Cina? Ci accaniamo spesso contro il Paese asiatico per via della continua richiesta di parti di animali per la medicina tradizionale, cerimonie sacre, aumento del vigore sessuale, ma anche per la cucina: vedi bacchette di avorio che alimentano l’uccisione di centinaia di elefanti e zuppa di pinne di squalo, che spingono pescatori di tutto il mondo a praticare la redditizia quanto barbara pratica del finning.

Inventato propellente ecologico per razzi e aerei

razzo alice

L’industria aerospaziale ha spesso diviso i promotori dello sviluppo scientifico e gli ambientalisti, in quanto, sebbene gli sviluppi scientifici siano importanti per l’evoluzione umana, questi spesso vengono effettuati al costo di un altissimo tasso d’inquinamento. Probabilmente la Nasa ha oggi risolto questo problema.

Insieme all’Air Force Office of Scientific Research, o AFOSR, ha lanciato con successo un piccolo razzo con un sicuro propellente eco-friendly costituito da polvere di alluminio e di ghiaccio d’acqua, soprannominato Alice.

Questa collaborazione è stata l’occasione per studenti laureati di lavorare su un propellente rispettoso dell’ambiente che può essere utilizzato per il volo sulla Terra, e nelle missioni spaziali di lunga distanza. Questi tipi di progetti sperimentali hanno portato ad una nuova generazione di ingegneri aerospaziali che pensano fuori dagli schemi e cercano nuovi modi per la NASA per soddisfare i nostri obiettivi di esplorazione.

ha dichiarato il capo ingegnere della NASA a Washington Mike Ryschkewitsch.

Anche la NASA diventa ecologica con la “Base Sostenibile”

base sostenibile nasa

Uno dei più ambiziosi nuovi progetti della NASA non sarà nello spazio, ma sulla vecchia Terra. L’agenzia sta progettando di costruire la sua costruzione più eco-friendly, l’Ames Research Center, a Moffett Field, California. La struttura, che sarà chiamata “Base Sostenibile“, sarà completamente ecologica ha affermato Steve Zornetzer, direttore del centro Ames.

Il costo totale dovrebbe aggirarsi sui 20,6 milioni di dollari e l’avvio dei lavori è fissato per il 25 agosto, con una data prevista per il completamente nel novembre 2011. Il nome per il nuovo impianto è un omaggio alla Tranquility Base dell’Apollo 11, quella dello sbarco sulla luna del 20 luglio 1969. Per definirsi ecologica, la struttura non poteva essere esente dall’utilizzare pannelli solari, ma anche celle a combustibile, i sistemi di riciclaggio delle acque, ed anche una tecnologia inventata proprio dalla NASA per le missioni umane e robotiche per l’esplorazione dello spazio.

Per l’ecologismo del futuro c’è bisogno di un nuovo programma Apollo

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In questi giorni si sta celebrando in tutto il mondo il 40° anniversario della “conquista del suolo lunare” portata a termine da Neil Armstrong e Buzz Aldrin in una serata estiva che è passata alla storia. Per raggiungere questo ambizioso obiettivo, il progetto che è stato avviato, durato 8 anni, era chiamato “Programma Apollo“. Oggi la Terra si appresta ad affrontare un nuovo progetto altrettanto ambizioso, per il quale ci sarà bisogno probabilmente di un altro programma Apollo per affrontare il cambiamento climatico. Dopotutto, come si stanno chiedendo molte associazioni ambientaliste negli ultimi tempi: “se siamo riusciti ad arrivare sulla luna, perché non possiamo risolvere i nostri problemi energetici?”

Nel 1961, quando la NASA stava cercando di capire come raggiungere la luna, i due principali approcci presi in considerazione furono il volo diretto, in cui un gigantesco razzo sarebbe dovuto andare dritto verso la luna, oppure agganciare il satellite attraverso l’orbita terrestre. Ma per il trasporto di carburante sufficiente a decollare, sbarcare sulla luna e ritornare, c’è stato bisogno di un grosso veicolo spaziale.