Climategate

di Redazione 3

Climategate

In tal modo è stata soprannominata dai media la controversia del novembre 2009 per la quale gli scenziati del Climate Research Unit CRU, dell’Università di Est Anglia UK, sono stati accusati di aver manipolato i dati delle loro ricerche esagerando la minaccia del surriscaldamento globale. Per molti di loro venne evidenziata la sussistenza di un conflitto d’interessi dovuto al collegamento con movimenti o aziende che avrebbero beneficiato di incentivi economici e ricadute di immagine positive grazie all’imposizione di restrizioni alle emissioni di CO2.

Lo scandalo scoppiò quando alcuni tra email, documenti e software di modelli climatici provenienti dal server del CRU vennero caricate illegalmente su internet da alcuni hacker un mese prima del vertice mondiale sui cambiamenti climatici a Copenhagen.

Trattavasi in particolare di 1.073 mail, 3.587 documenti, dati grezzi e e codici sorgente di ricercatori della CRU e di loro corrispondenti, tra i quali vi erano gli autori dei rapporti del Gruppo intergovernativo sul cambiamento climatico IPCC. I contenuti riguardano principalmente accordi che i ricercatori prendevano per dare una versione condivisa e coerente nei loro interventi ai convegni e nelle pubblicazioni. Tale versione sarebbe stata estremizzata nel senso dell’attribuzione di un maggior peso alle attività umane nei cambiamenti climatici. Circa un migliaio del volume totale di mails erano state ricevute/inviate da 4 ricercatori: il direttore del CRU Phil Jones, il dendrocronologo Keith Briffa e lo specialista in modelli climatici Tim Osborn, e dal direttore del Tyndalla Centre for Climate Change Research.

Phil Jones erano stato accusato di aver preso accordi con l’editor di una rivista per bloccare, per quasi un anno ovvero  fino all’autunno del 2008, la pubblicazione di un articolo degli studiosi di Douglass e Christy che denunciava l’inadeguatezza degli attuali modelli climatici nella spiegazione della discrepanza tra la temperatura registrata al suolo e quella inferiore registrata nella bassa troposfera ai Tropici. Il ritardo strategico aveva la funzione di permettere la contemporanea pubblicazione, con esito  immediato, di  un corposo controarticolo della CRU cui era stata offerta dall’editor una corsia preferenziale.

I ricercatori del CRU sono stati anche accusati di reticenza nel diffondere i dati a partire dei quali costruivano i loro modelli, ai ricercatori che sostenevano tesi contrarie alle loro (quella del riscaldamento antropico), dati che per legge avrebbero dovuto essere resi noti a quanti lo avrebbero richiesto.

Infine anche il codice del software rinvenuto sarebbe risultato rudimentale rispetto agli alti standard disponibili e avrebbe presentato evidenti manipolazioni nei dati.
La successiva inchiesta del governo inglese sull’affidabilità delle ricerche effettuate dagli scienziati della CRU ha assolto gli scienziati da tutte le accuse poiché non avevano commesso “né frode né altra disonestà scientifica e condividevano i dati ed i metodi come da normale prassi scientifica”.

Per approfondire:

[Fonte: Wikipedia.org]

Commenti (3)

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