Eco-guida Greenpeace sull’elettronica: ancora Nokia domina l’eco-technology

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Per la quarta volta consecutiva il colosso finlandese Nokia si attesta in cima alla classifica delle case produttrici di elettronica in quanto a produzione ecologica. Solo che stavolta, a differenze delle tre precedenti tornate, la differenza con le altre marche non è poi così netta.

Ciò che fa di Nokia il miglior eco-produttore è il sistema di ritiro dell’usato, presente in 84 Paesi in tutto il mondo, che consente di evitare uno spreco inutile di materiale e diminuisce i rifiuti tecnologici, tra i più pericolosi in assoluto. Il punteggio di 7,5 su una scala da 1 a 10 è dovuto anche ad una buona comunicazione con i clienti e la bassa tossicità delle componenti utilizzate nei suoi telefonini.

Confermano la seconda e terza posizione Samsung e Sony Ericsson, ma con un incremento del punteggio. Se 6 mesi fa, all’ultimo controllo, la differenza tra Nokia e Samsung era enorme, ora i coreani hanno fatto un grosso balzo in avanti guadagnando un punteggio di 7,1, poco sotto Nokia, grazie al nuovo impegno per la diminuzione dei gas ad effetto serra. Anche gli altri criteri raggiungono buone votazioni, grazie all’eliminazione del PVC, ritardanti di fiamma bromurati, e all’impegno nell’eliminazione di tutti i materiali tossici entro il 2012. Bene anche il tasso di riciclo della plastica (16,1%). Un po’ più indietro invece rimane Sony-Ericsson, che ha punteggi simili a quelli di Samsung in tutto, tranne che nel riciclaggio, il quale stenta a decollare.

Ottimo passo in avanti di Lg, che ha aumentato il tasso di riciclaggio all’11% con l’impegno di portarlo al 25% entro il 2025. A questo si aggiunge anche l’impegno a raddoppiare il taglio delle emissioni nei prossimi 10 anni e a diminuire l’utilizzo dei ritardanti di fiamma entro due anni. Ma questo passo in avanti è dovuto soprattutto grazie al crollo di due colossi come Philips e Sony, i quali sono passati rispettivamente dal quarto al settimo posto (a causa della mancanza di applicazione degli impegni sul riciclaggio e per i criteri energetici al di sotto delle aspettative), e dal quinto al dodicesimo posto, perché Sony aveva promesso di eliminare PVC e altri materiali tossici entro il 2009, ma ha spostato la data al 2010, e non ha esteso il principio di responsabilità individuale dell’azienda nei confronti dei propri prodotti fuori dal Nord America.

Ad approfittare di questo doppio passo falso ci sono anche Toshiba, il quale si è impegnato a ridurre le emissioni e migliorare l’efficienza energetica dei propri prodotti, ma usa ancora poco le rinnovabili ed il riciclaggio; e Motorola, che ha portato ad un buon 15% il tasso di energia rinnovabile utilizzata e ha prodotto una buona efficienza energetica.

Sale anche Sharp che ha ridotto l’uso di prodotti chimici e ha aumentato il ritiro dei vecchi prodotti, ma solo negli Usa. Le note dolenti arrivano invece da Acer, Panasonic ed Apple, i quali si sono impegnati a diminuire l’utilizzo di materiali chimici, ma non hanno ancora raggiunto risultati ottimali sul riciclo e le energie rinnovabili.

Non cambia nulla per Dell, Hp e Microsoft, che o non hanno preso impegni o non hanno mantenuto quelli presi in precedenza, e per questo rimangono nelle posizioni di bassa classifica, mentre Lenovo, Fujitsu e Nintendo rimangono agli ultimi posti. Ma se per Fujitsu non è un grave danno, visto che fino all’ultima rilevazione non rientrava nemmeno tra le prime 18 posizioni, c’è da preoccuparsi per Lenovo che ha perso due posti perché nonostante abbia potenziato il ritiro dei prodotti, non è molto chiaro nella comunicazione, non ha mantenuto le promesse sui PVC e sui ritardanti di fiamma, e non ha dei buoni criteri energetici. Ma soprattutto malissimo per Nintendo, che pare non interessarsi al problema ambientale, e grazie alla Wii ha guadagnato qualche centesimo di punto perché almeno su un prodotto ha eliminato il PVC. Le sue emissioni di gas serra sono le peggiori di tutte, e per questo rimane per la sesta volta di fila il fanalino di coda.

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