Funghi, spazzini per natura (fotogallery)

di Redazione 1

Dal deserto al mare profondo, in mezzo alle radiazioni e alla salsedine, sulla terra e persino nello spazio, i funghi sopravvivono. Hanno il potere di uccidere con il loro veleno, ma anche di guarire, forniscono cibo e sono in grado di ripulire l’ambiente dall’inquinamento, ma l’aspetto più importante è che sono essenziali per la continuazione della vita sulla terra.

I funghi sono intorno a noi, ovunque ed in qualsiasi momento, anche se ce ne accorgiamo solo quando fioriscono. Potrebbe esserci un fungo nel pane, nello yogurt, o nella sua forma più spettacolare, un bel fungo che spunta dal terreno nella foresta. Come lo Xeromphalina campanella, comune in tutto il Nord America ed anche in alcune zone d’Europa, compreso l’estremo Nord dell’Italia. Questo fungo non è tossico, ma il suo sapore amaro lo rende sgradevole da mangiare.

E la commestibilità è probabilmente quello che cerca l’uomo nei funghi. La maggior parte delle persone hanno familiarità con i funghi aventi piccoli o grandi cappucci bianchi come il Portobello che si trovano nella maggior parte dei negozi di alimentari. Altre varietà, come questo Morel, tuttavia, sono apprezzate nel mondo della cucina per il gusto e la consistenza che inequivocabilmente lo distinguono dagli altri membri del regno vegetale o animale.

Anche se molti funghi coltivati sono diventati popolari in natura, tanto da essere coltivati, andarli a cercare nel bosco e raccoglierli è ancora un’attività molto gradita. Gli chanterelle sono comunemente considerati i migliori funghi selvatici. Il sapore è spesso descritto come “pepato” e “ricorda l’albicocca”. La cosa più sorprendente per questa razza però, è quanti nutrienti sono presenti in ogni boccone. Circa il 6,7% di uno chanterelle è composto da vitamina C e più del 23% da carotene.

Non tutti i funghi sono però idonei per il piatto. Molti producono tossine che variano di intensità e possono causare problemi da lievi (digestivi) a gravi come allucinazioni, reazioni allergiche fino ad arrivare ad insufficienza d’organo. Questa Amanita muscaria è una delle varietà più note per provocare allucinazioni, ed è stata utilizzata nei rituali religiosi in Europa e Asia per secoli. Siccome è così difficile identificare i funghi in natura, tuttavia, gli esperti consigliano di non mangiare tutto ciò che trovate nella foresta (a meno che non siate sicuri che siano commestibili), per evitare effetti indesiderati.

Come ad esempio quelli che possono accadere con queste innocue (all’apparenza) palline bianche, membro del genere Coprinellus che comprende molte specie distinte che possono differenziarsi dalle altre solo al microscopio.

Quest’altro fungo dal colore poco rassicurante, Amanita pantherina, vive in simbiosi con le radici dell’albero vicino. Come molti funghi, l’Amanita pantherina si nutre di zuccheri e carboidrati secreti dalle radici dell’albero, mentre i vantaggi per l’albero sono un accumulo dell’acqua che avviene direttamente nel fungo. Ma per capire davvero questo rapporto, il fungo deve essere osservato da sotto terra. È qui che la parte vegetativa prolifera tramite le spore collegate. Queste reti possono formare strati vasti attraverso il suolo e il lavoro senza sosta, anche quando il fungo matura, non è visibile.

Quando si parla di funghi, il più delle volte si pensa in genere al frutto senza “branchie”. Esse sono crinali visibili sulla parte inferiore del cappello del fungo. Questa terminologia, comunque, non si basa su qualsiasi fungo, ma solo su quello bianco classico, il più coltivato al mondo. Nell’uso comune, il termine “fungo” può riferirsi a quasi tutti i frutti dei funghi, anche se non va bene per un terminologia più esatta.

Ma la tipologia più incredibile di tutte è questa cookeina, un fungo a forma di coppa formato da una struttura rigida del gambo ed una branchia che assomiglia ad una ventosa.

Ma il vero valore dei funghi è che, insieme con i batteri, che sono indispensabili per eliminare gli organismi morti, giocano un ruolo essenziale in molte reti alimentari e nel ciclo biologico. Questa non è semplicemente una questione di evitare che gli organismi morti si accumulino, anzi, le molecole di ripartizione dei funghi permettono che l’energia ritorni nel ciclo dei nutrienti. Un fungo è molto più di un condimento per pizza: è un simbolo del complesso processo nel quale l’energia limitata del pianeta viene riciclata, continuamente, per alimentare la vita. In effetti, un fungo, sia bello o brutto, delizioso o tossico, è una lezione che tutti noi dovremmo imparare.

Fonte: [Treehugger]

Commenti (1)

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