Groenlandia, 97% dei ghiacci in preda allo scurimento

di Redazione 1

Raro e diffuso fenomeno di scioglimento e scurimento dei ghiacci per la Groenlandia: il 97% dei ghiacci sono in preda allo scurimento consecutivo al grande caldo di luglio e derivante dal mescolarsi della neve con i detriti. Lo scurimento comporta una minore capacità di riflettere la luce del sole, e quindi un maggior grado di scioglimento dei ghiacci.

Il totale di ghiaccio discioltosi per colpa dello scurimento è stimato sui 100 km cubi, circa il doppio della media degli anni precedenti, una quantità capace di blindare Manhattan sotto una calotta profonda 1 km. I ricercatori sono riusciti a identificare l’importanza del fattore scurimento esaminando foto satellitari. I ghiacci della Groenlandia sono effettivamente più scuri, il che significa che assorbono una maggior quantità di radiazioni solari. Jason Box della Ohio State University ha dichiarato che addirittura il 97% dei ghiacci della Groenlandia sono interessati dal fenomeno, sottolineando come nel 2000 i ghiacci, più chiari, erano in grado di assorbire meno del 25% del totale delle radiazioni solari, a oggi questo dato è salito fin oltre il 30%.

Per quanto concerne le cause dell’insolito fenomeno gli studiosi hanno evidenziato l’influenza della bassa pressione che ha investito l’Islanda nelle estati degli ultimi 5 anni, che ha spinto aria calda lungo la costa occidentale della Groenlandia, hanno evidenziato la minore nuvolosità registrata negli ultimi anni nonché il minor numero di nevicate, che non hanno permesso una copertura adeguata del ghiaccio ora “scuro”. La notizia arriva dopo mesi di grande attenzione verso i ghiacciai della Groenlandia, con il discioglimento da record e grandi iceberg che ogni tanto si staccano dalle sue coste.

Secondo gli studiosi il fenomeno dello scurimento dei ghiacci interesserà sempre maggiormente anche le zone più elevate, che a causa di questo scurimento conosceranno nuovi discioglimenti fuori dal comune “probabilmente entro la prossima decade”.

Photo Credits | Christine Zenino su Flickr

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