Solare, progetto Sahara: raffrescare con il sole

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C’è il raffrescamento solare alla base del progetto Sahara, approvato dal Ministero dell’Ambiente e posizionatosi al primo posto della graduatoria nazionale tra le oltre 130 proposte pervenute nell’ambito del bando sui progetti di ricerca per l’utilizzo delle fonti rinnovabili in aree urbane. Un successo ottenuto da una partnership che ha visto un sodalizio vincente tra il Detec – Dipartimento di Energetica, Termofluidodinamica applicata e Condizionamenti ambientali dell’Università degli Studi di Napoli Federico II, l’ANEA – Agenzia Napoletana Energia e Ambiente,  l’ARIN – Azienda risorse Idriche Napoletane s.p.a. e l’Idaltermo s.r.l. Sahara è l’acronimo di Solar-Assisted Heating And Refrigeration Appliances, una tecnologia innovativa che consente di ottenere il solar cooling, il raffrescamento solare, tramite l’impiego di un collettore solare da installare sugli edifici.

Si partirà per il momento da quello dell’ARIN (Azienda Risorse Idriche di Napoli) con l’avvio della sperimentazione finanziata dal Ministero. Quello che convince di questo progetto è l’alto potenziale di applicazione nelle regioni meridionali, in grado di apportare un risparmio energetico considerevole, specie d’estate quando il caldo, a causa dei condizionatori perennemente accesi e sempre più diffusi nelle case, fa aumentare i consumi e lievitare la richiesta di energia. Come ci spiega Nicola Clemente dall’ANEA, Agenzia Napoletana Energia e Ambiente:

Tale applicazione può avere grandi sviluppi nel settore civile/terziario per tutte le regioni del Sud Italia e del Mediterraneo che hanno necessità di sistemi di raffrescamento “a basso impatto ambientale” anche per cercare di contrastare la diffusione dei condizionatori elettrici che hanno notevoli consumi e che stanno spostando il picco del fabbisogno nazionale di energia  dall’inverno all’estate.

Oltre a raffrescare, il collettore riscalda e produce acqua sanitaria, grazie ad un sistema integrato ad energia solare. Come ci illustra Michele Macaluso, direttore di ANEA, il sole può raffrescare ad impatto zero con un grande risparmio sui consumi finali:

In Italia, nel solo settore terziario (per il quale sono previste le ricadute di mercato più ampie e immediate), il consumo di energia elettrica per raffrescamento è attualmente stimato in 15 TWh/anno, quello per riscaldamento in 80 TWh/anno, per un totale di circa 8 Mtep/anno (tonnellate equivalenti di petrolio). Pertanto, se i sistemi Solar Heating (riscaldamento) and Cooling (raffrescamento) arrivassero a coprire il 10% di questi consumi, la riduzione dei consumi finali sarebbe di circa 1 Mtep/anno, con una riduzione delle emissioni di gas serra di circa 3 milioni di t/anno di CO2.

 

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