L’
energia solare che rappresenta un po’ il sacro Graal delle
fonti rinnovabili, ha sempre dovuto affrontare
il problema di come conservare l’energia catturata dai raggi del sole, per far in modo che la domanda di energia elettrica possa essere soddisfatta, anche quando il sole non c’è (nel senso che brilla meno intensamente) e di notte.
La difficoltà è che l’
elettricità è difficile da immagazzinare, e le batterie non riescono a farlo su larga scala.
Un approccio diverso tentato nel settore delle energie solari, potrebbe risolvere il problema. L’idea è quella di catturare il calore del sole. Il calore, a dfferenza della corrente elettrica, è qualcosa che l’industria sa come immagazzinare senza costi elevati.
John S. O’ Donnell, vice presidente di
Ausra, società del
solare termico, fa notare che
in un thermos di caffè c’è la stessa quantità di energia che c’è nella batteria di un pc portatile, con la differenza che il thermos costa 5 dollari, e la batteria del portatile 150 dollari.
Ecco perchè,
l’energia solare termica deve diventare la forma dominante.
I sistemi solari termici sono costruiti per raccogliere il calore del sole, il vapore dell’acqua in ebollizione fa girare una turbina, come avviene già negli esistenti impianti solari termici, ma non immediatamente.
Il calore potrebbe essere conservato per ore o addirittura giorni, come l’acqua dietro una diga. Ausra utilizza per questo tipo di impianti lenti di Fresnel, che hanno una lunghezza focale breve, ma concentrano intensamente la luce, in modo da riscaldare lunghi tubi dipinti di nero con un fluido all’interno (la foto a lato è più esemplificativa delle parole).
Altra variante in arrivo per il solare termico è quella che propone la
SolarReserve. Si tratta di una “torre di potenza”, un po’ come un serbatoio di acqua sui trampoli, circondato da centinaia di specchi con inclinazione su due assi, uno per seguire il sole attraverso il cielo nel corso della giornata e le altre nel corso dell’anno. Nella torre e in un serbatoio sotto ci sono decine di migliaia di litri di sale fuso che può essere riscaldato a temperature estremamente elevate senza raggiungere l’alta pressione.
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Si prende l’energia del sole durante il giorno, la si cattura ed immagazzina,per poi usarla quando ce n’è bisogno– ha spiegato
Terry Murphy, a capo del progetto
SolarReserve.
Entrambi questi nuovi metodi, riuscirebbero a
conservare l’energia solare e a sopperire alla richiesta, quando è buio o il sole brilla meno intensamente a causa del brutto tempo.
Beh ottima soluzione ma ci sono anche altre soluzioni, come per esempio quello di cercare di far avvenire la fotosintesi(nel panello solare) di notte
mi sembra ne abbiano fatto uno del genere in Australia, o comunque in un paese dove la temperatura massima arrivava a 50°C… si potrebbe fare nella death valley!
Questo è un progetto statunitense, mi sai dare dei link per quello australiano? potrei integrare 🙂
scusa se lo metto in ritardo… comunque eccoti una notizia che risale al 5 novembre 2007 sull’argomento
http://www.futureenergy.it/index.php/Ultime/AUSTRALIA-CITTA-PIU-CALDA-USERA-SOLO-IL-SOLE.html
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