Usa, Cina, Ue: la corsa all’energia pulita è iniziata

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30 anni fa le superpotenze mondiali si sfidavano per tentare di vincere la corsa allo spazio. Oggi, in una crisi ambientale terribile, si sfidano per il ruolo di leader nell’ecologia. Una corsa che per primo ha intrapreso il Parlamento di Bruxelles, ma che vede come avversari più forti e preparati Pechino e Washington. Cerchiamo di capire chi è in vantaggio e chi può arrivare a vincere la gara.

L’Unione Europea è stata senza dubbio, come dicevamo, la prima in assoluto ad intraprendere politiche verdi, in quanto ha ratificato il protocollo di Kyoto in toto (gli Stati Uniti solo in parte e la Cina per niente) e ha stabilito il famoso accordo del 20-20-20 contestato da più parti. I punti che però svantaggiano l’Europa riguardano le diversità di politiche e di tecnologie disponibili tra i vari Paesi. Mentre ci sono alcune nazioni con un ritmo di crescita ecologica impressionante (vedi Germania, Danimarca, Francia e Gran Bretagna), le quali già da anni hanno intrapreso il cammino delle rinnovabili, ci sono anche altri Paesi (come la Romania, la Polonia ed in generale tutto l’Est Europa) che vanno avanti ancora con il carbone, e che le energie rinnovabili non sanno nemmeno cosa siano.

G8 di Copenaghen, i moniti degli scienziati e le risposte dei politici

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Mancano 6 mesi alla conferenza sul clima che cambierà il mondo. Il prossimo dicembre a Copenaghen dovrebbe esserci la riunione più importante dal punto di vista ambientale della storia del genere umano. Per arrivarci preparati l’Onu ha presentato una prima bozza di testo su cui discutere, da rendere noto ai politici delle varie nazioni, ma anche agli esperti che lo dovranno valutare e migliorare. Il tempo per farlo c’è, ma non è così tanto.

Questo documento servirà prima di tutto per renderci conto a che punto siamo con gli obiettivi del protocollo di Kyoto, il quale scadrà nel 2012. Poi bisognerà porre i nuovi parametri per prolungare il controllo anche dopo tale data, i quali andranno a coprire il periodo fino al 2020, e con alcune indicazioni per arrivare fino al 2050. Come facilmente prevedibile, molti uomini politici già hanno cominciato ad esprimere le proprie perplessità, se non a protestare, mentre al contrario gli scienziati dicono che questo testo non è sufficiente ad arginare il problema, e che anzi questo va affrontato con più severità. Andiamo a capire cosa gli scienziati chiedono.

La buona notizia: Europa vicina agli obiettivi di Kyoto

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Avremo anche tanti problemi d’inquinamento nella vecchia Europa, ma qualcosa di buono c’è, e cioè che stiamo rispettando i parametri imposti dal protocollo di Kyoto. A prescindere dalla crisi economica, che ha abbassato la produttività, e di conseguenza anche le emissioni di CO2, oggi arriva un plauso da Bruxelles perché i 15 Paesi più industrializzati dell’Unione Europea sono molto vicini al raggiungimento dell’obiettivo.

Al momento della stesura del Protocollo di Kyoto, l’obiettivo per l’Europa era di abbassare dell’8% le emissioni rispetto ai livelli del 1990, entro il 2012. Dal 2006 ad oggi c’è stato un costante calo nell’inquinamento, tanto che i 15 Paesi maggiori dell’Ue hanno già raggiunto il 5%, in pratica mancano soltanto 3 punti da risparmiare in tre anni per mantenerci entro gli obiettivi. Ma come al solito, non è tutto rose e fiori.

Qatar Airways vola verde

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Qatar Airways si racconta come “da sempre impegnata nella politica di tutela ambientale contro l’inquinamento atmosferico“, e attenta nell’offrire un trasporto sostenibile, nell’ottica anche della qualità offerta ai propri passeggeri. Quello dell’ambiente è un investimento in immagine che va molto, di questi tempi. E sul quale molte aziende, dei settori più disparati, stanno orientando i propri sforzi. La compagnia aerea, dopo un accordo con IATA (l’International Air Association) per una serie di azioni comuni, lancia l’operazione “Vola verde”, al secolo “The Orix flies green”.

L’iniziativa è mirata alla riduzione sostanziale ed effettiva di emissioni di carbonio nell’atmosfera. Un accorgimento che si colloca all’interno del generico impatto del trasporto aereo sull’inquinamento totale del pianeta, già dalle percentuali molto basse: solo il 2%.

Protocollo di Kyoto, partono gli stanziamenti statali da 600 milioni di euro

Il G8 sull’ambiente deve aver fatto bene al Governo italiano perché finalmente, a 7 anni di distanza dall’attuazione (sulla carta) del protocollo di Kyoto, ha finalmente stanziato ben 600 milioni di euro per tentare di raggiungere tali obiettivi.

Dopo la discussione sul tentativo di salvataggio dell’economia o dell’ambiente, si è capito che le due cose vanno di pari passo, ed in questo modo, stimolando il miglioramento ambientale, si stimolerà anche l’economia. Questi 600 milioni, messi a disposizione dal Ministero dell’Ambiente, saranno destinati in base alle macroaree italiane a seconda delle necessità, le quali saranno all’incirca per il 40% al Nord, 40% al Sud e 20% al Centro, suddivise in 7 campi d’azione nella prima tranche di finanziamenti da 200 milioni.

G8: accordo sulla biodiversità

La terza giornata del g8 sull’ambiente si conclude con un impegno da parte di tutti i ministri dell’ambiente su uno dei punti fondamentali dell’ecologia attuale: la tutela della biodiversità. In chiusura del meeting di Siracusa si è trovato l’accordo, ratificato con una sorta di trattato, suddiviso in 24 punti, in cui è spiegato cosa si farà per tutelare le specie in via d’estinzione, gli animali che vivono nelle zone a rischio deforestazione, ecc.

In particolare le prime anticipazioni sul trattato, che pubblicheremo domani nella sua forma ufficiale, parlano di 4 maxi-categorie nelle quali rientrano gli accordi presi questa mattina. Esse sono il rapporto tra biodiversità e clima; biodiversità ed economia; biodiversità e ecosistemi; ed infine scienza e ricerca.

Perché non sono convenienti i biocarburanti

Un nuovo studio ha rilevato che ci vorranno più di 75 anni per recuperare le emissioni di carbonio attraverso l’uso dei biocarburanti per compensare le emissioni che si avranno quando le piantagioni per i biocarburanti avranno preso il posto delle foreste. Ma se l’habitat ideale sono le torbiere, il bilancio del carbonio dovrebbe aver bisogno di più di 600 anni.

L’olio di palma, sempre più utilizzato come fonte per i biocarburanti, ha sostituito la soia in tutto il mondo. La produzione mondiale dell’olio di palma è aumentata esponenzialmente negli ultimi 40 anni. Nel 2006, l’85% della produzione mondiale di olio di palma è stata prodotta in Indonesia e Malesia, i Paesi la cui perdita di foresta tropicale è di circa 20.000 chilometri quadrati all’anno.

Earth Hour: questa sera spegnamo tutti le luci per un’ora

Sì lo so che stasera c’è la Nazionale, ma il gesto è simbolico e può essere molto importante. Stasera, sabato 28 marzo, alle 20:30 si spegneranno le luci dei luoghi simbolo di mezzo mondo, dal Colosseo di Roma alle Piramidi di Giza, dalla Tour Eiffel di Parigi all’Empire State Building di New York.

L’iniziativa, che coinvolge 2848 città di 83 Paesi diversi è stata lanciata dal WWF per sensibilizzare il mondo sul problema ambientale. L’associazione ambientalista infatti vuole lanciare un messaggio forte, e cioè fa vedere come sarà il mondo al buio se non dovessero essere presi provvedimenti in favore del clima.

G8 di Siracusa, è on-line il programma

Non solo economia nel prossimo G8 che si terrà in Italia, per la precisione a Siracusa tra il 22 ed il 24 aprile, ma tanto ambiente. Finalmente i grandi della Terra, sulla spinta del Governo Obama e di qualche virtuoso europeo, si stanno dando da fare per migliorare la situazione ambientale che affligge il mondo. Anche perché proprio la svolta ecologica potrebbe migliorare la nostra economia.

Da oggi è stato inaugurato il sito internet dell’evento, www.g8ambiente.it, nel quale troveremo tutte le informazioni, dalle autorità al programma, fino al punto più importante, i contenuti. Andiamo ad analizzarli insieme.

Italia a rischio multa, per il protocollo di Kyoto non si è fatto nulla

Un miliardo e mezzo di euro. A tanto ammonta l’ammenda per l’Italia rea di non aver attuato i parametri del protocollo di Kyoto, fino al 2008. Secondo il dossier Kyoto, elaborato dalla Fondazione per lo sviluppo sostenibile, tra i Paesi industrializzati che hanno ratificato il trattato, l’Italia risulta come al solito all’ultimo posto, dato che non ha preso alcun tipo di provvedimento per ridurre l’inquinamento. Anzi, ha fatto solo danni.

I dati completi arrivano finora fino alla fine del 2006, che riguardano cioè i primi due anni da quando il Protocollo è stato firmato. Ebbene, secondo questi dati, Germania e Gran Bretagna sono state le due nazioni che più si sono impegnate per ridurre l’inquinamento, ottenendo un vero e proprio abbattimento delle emissioni. L’Italia è stata l’unica nazione in cui queste emissioni, anziché diminuire, sono aumentate.

La Provincia di Modena compra un pezzo di Costarica (illegalmente)

Come si dice in Italia, fatta la legge, trovato l’inganno. Un’idea molto apprezzabile della Provincia di Modena si è trasformata in un tentativo di raggiro (non si sa quanto in buona fede) della legge, con conseguenti ammende ai poveri cittadini ignari di quello che stava accadendo.

Tutto è cominciato quando, due anni fa, i dirigenti della Provincia hanno deciso di iniziare delle azioni umanitarie in Costarica e Nicaragua, per tentare di salvare alcuni pezzi delle foreste tropicali. L’idea di base era duplice: acquistare pezzo per pezzo interi ettari di alberi per preservarli dalla distruzione, e nel contempo istruire la popolazione locale alla salvaguardia ambientale. Tutte opere lecite ed apprezzabili, fino a quando qualcuno ha deciso di rovinare tutto facendole comparire nei bilanci della Provincia nel tentativo di sfruttarle per ottenere “crediti ecologici” come prevede il Protocollo di Kyoto. In pratica l’opera di beneficenza si è tradotta in un’opera di sfruttamento. Ovviamente tutto è stato bloccato.

Onu per il clima, da Poznan a Copenaghen, un anno per salvare il Pianeta

Si è aperta in questi giorni a Poznan, in Polonia, la 14/a Conferenza Onu sul clima, con l’obiettivo primario di trovare un accordo e un profilo di intenti comune a tutti i Paesi per risolvere l’annoso problema dei cambiamenti climatici e arginare i danni dell’effetto serra sul Pianeta.
Dopo aver tracciato le linee guida nella road-map di Bali, in Indonesia, l’incontro di Poznan risulta di un’importanza cruciale, dal momento che da qui a un anno si svolgerà l’appuntamento clou delle varie trattative, con la stipula a Copenaghen delle nuove direttive da seguire quando nel 2012 scadrà l’attuale protocollo di Kyoto.

Un anno di tempo per salvare il Pianeta, con questo termine bene in mente e con il quale fare i conti hanno aperto i lavori gli 11.000 partecipanti al summit di Poznan, tra cui si contano i delegati di ben 186 Paesi.
A differenza dell’atmosfera che si respirava a Bali, quella polacca è un’atmosfera viziata e fortemente pregiudicata dallo spettro della crisi economica incombente, che spinge molti Paesi, primo tra tutti proprio l’Italia, a fare un passo indietro sulle promesse che salvaguardino l’ambiente.

Presto in Sardegna “Un milione di nuovi alberi”

In un periodo in cui le istituzioni locali fanno davvero poco per tutelare l’ambiente e riqualificare il territorio, la Regione Autonoma della Sardegna ha approvato, con la delibera n. 60/20 del 5/11/2008, un interessante programma ambientale. Si chiama “Un milione di nuovi alberi” e consiste in un progetto di riqualificazione ambientale e paesaggistica di sistemi verdi urbani e periurbani dell’intera Sardegna. L’iniziativa, proposta dagli assessori della Difesa dell’Ambiente, degli Enti Locali, Finanze e Urbanistica, della Pubblica Istruzione, Beni Culturali, Informazione, Spettacolo e Sport, ha lo scopo di coinvolgere l’intera cittadinanza e le istituzioni nel rinverdimento delle città, attraverso la piantumazione di diverse specie di alberi ed arbusti nei giardini delle scuole, nelle aree verdi pubbliche, nei parchi, nelle aree degradate, nelle fasce attigue alla viabilità stradale e, come recita il testo della delibera regionale, in “tutti gli ambienti che, più intensamente di altri, sono stretti attorno ai concetti di fruizione, cultura, decoro e con cui, per la loro tutela, risulta significativo che i cittadini del domani instaurino legami di affezione, rispetto e cura“.