Italia a rischio multa, per il protocollo di Kyoto non si è fatto nulla

di Redazione 1

Un miliardo e mezzo di euro. A tanto ammonta l’ammenda per l’Italia rea di non aver attuato i parametri del protocollo di Kyoto, fino al 2008. Secondo il dossier Kyoto, elaborato dalla Fondazione per lo sviluppo sostenibile, tra i Paesi industrializzati che hanno ratificato il trattato, l’Italia risulta come al solito all’ultimo posto, dato che non ha preso alcun tipo di provvedimento per ridurre l’inquinamento. Anzi, ha fatto solo danni.

I dati completi arrivano finora fino alla fine del 2006, che riguardano cioè i primi due anni da quando il Protocollo è stato firmato. Ebbene, secondo questi dati, Germania e Gran Bretagna sono state le due nazioni che più si sono impegnate per ridurre l’inquinamento, ottenendo un vero e proprio abbattimento delle emissioni. L’Italia è stata l’unica nazione in cui queste emissioni, anziché diminuire, sono aumentate.

Ed è ridicolo pensare che la crisi economica sia stata un bene per il nostro Paese, ma purtroppo è così. A causa dell’elevato costo del petrolio e del fatto che le persone viaggiano meno in auto, consumano meno ed inquinano meno, dalla scorsa estate fino ad oggi in Italia si è potuto registrare un calo improvviso delle emissioni. Calo che però non è seguito a proveddimenti politici, ma soltanto a fattori esterni, che hanno portato le persone a risparmiare, anche in termini di emissioni.

Entro il 2012 l’Italia si deve necessariamente rimettere in riga (dovremmo scendere al 6,5% di emissioni in meno rispetto al 1990, che significa diminuire circa del 15% le emissioni attuali). Solo così si potrà evitare di pagare la salatissima multa che, fino ad allora, sarà cresciuta fino a far sembrare il miliardo e mezzo attuale soltanto degli spiccioli. Le soluzioni che Legambiente suggerisce sono 5:

1) Trasporti: la multa del settore corrispondente a circa 721 milioni potrebbe essere reinvestita per costruire 120 treni, 15 km di linee metropolitane ed installare un servizio efficiente di bike sharing, almeno nelle città maggiori, per limitare il settore che è maggiormente responsabile dell’inquinamento, quello del trasporto su gomma.

2) Centrali termoelettriche: si potrebbero investire 572 milioni (sempre della multa) in impianti fotovoltaici per 31 mila famiglie o finanziare l’acquisto dei frigoriferi A+, i meno inquinanti al mondo, così da diminuire le emissioni di CO2 dovute alle centrali a carbone.

3) Edifici: 292 milioni di euro per migliorare l’isolamento termico di migliaia di appartamenti e dotarli di un sistema di riscaldamento idrico con un impianto solare.

4) Rifiuti: quasi 35 milioni per finanziare un sistema di riciclaggio porta a porta.

5) Industrie manufatturiere: 53 milioni per riconvertire i motori industriali con quelli ad alta efficienza oppure convertire gli impianti vecchi con quelli nuovi ad emissioni zero.

Peccato che invece tutti questi milioni, anziché finire nei servizi ai cittadini, dovranno essere sborsati per pagare una multa che gli italiani proprio non si meritano, ma i nostri politici sì.

Fonte: [Repubblica]

Commenti (1)

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non verrà pubblicato.

You may use these HTML tags and attributes: <a href="" title=""> <abbr title=""> <acronym title=""> <b> <blockquote cite=""> <cite> <code> <del datetime=""> <em> <i> <q cite=""> <s> <strike> <strong>

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.