Il 2015 è un anno importante sul fronte del nucleare in Italia poiché si deciderà il sito nazionale nel quale saranno immagazzinate le scorie radioattive. Ma dove sarà situato il deposito nazionale? L’Ispra ha ricevuto la mappa dei siti potenziali dalla Sogin, vediamo quali sono i parametri elaborati per la scelta.
scorie nucleari
Nucleare, preoccupazione per un sospetto trasporto notturno di scorie in Basilicata
Nucelare, scoppia il caso sul trasporto di un carico sconosciuto dal centro Itrec all’aeroporto militare di gioia del colle. Sulla ss 106 Jonica il convoglio era scortato da addirittura 300 unità tra carabinieri, poliziotti e finanzieri. Per il Movimento 5 Stelle forse si tratta di scorie nucleari. E intanto tutti chiedono spiegazioni.
Russia senza vergogna, usa l’ambiente per ottenere petrolio
Pensavamo (o almeno speravamo) di averle viste tutte, ma evidentemente la brama di ricchezza è in grado di continuare a raschiare il barile della coscienza umana. L’ultima vergogna arriva da un Paese che mai ha brillato per l’ambientalismo, ma stavolta fa di più: utilizza la bandiera dell’ecologia per far soldi. Stiamo parlando della Russia, la nazione più grande del mondo che ha fatto domanda formale all’Autorità Internazionale per i Fondali Marini in cui ha chiesto l’annessione di una vasta area del Mar Glaciale Artico che fino a questo momento era considerata acque internazionali.
Nucleare, abbandonato progetto nuova centrale in Gran Bretagna
La Gran Bretagna ieri ha percorso un altro passo che l’allontana dal nucleare. Centrica, una delle compagnie energetiche che avrebbe dovuto costruire una centrale in Inghilterra nel Somerset, ha dichiarato abbandonato il progetto. Il motivo chiaramente è solo economico, di certo la sicurezza e l’ambiente passano in secondo piano quando ci sono in ballo progetti da miliardi di euro. E così anche la Centrica si è resa conto che il gioco non valeva la candela.
GB, il trattamento delle scorie nucleari immagazzinate costerà 80 mld di euro
La Gran Bretagna dovrà spendere per il trattamento, la bonifica, la messa in sicurezza delle scorie nucleari e degli impianti di immagazzinamento la ragguardevole cifra di 80 miliardi di euro. Molto di più rispetto al previsto: come riporta il Guardian i lavori di trattamento si sono rivelati più lunghi e costosi di quanto ci si aspettasse.
Rifiuti radioattivi, in Piemonte li importiamo da Canada e Olanda
In Italia (per fortuna) non abbiamo centrali nucleari. Ma siccome non ci facciamo mai mancare niente, abbiamo gli scarti di tali centrali. Scarti radioattivi ed altamente tossici, quelli che rendono una centrale nucleare pericolosa anche senza incidenti. Sì perché le scorie nucleari si producono sempre, e nel Paese dei veleni non potevano mancare alla collezione. Lo ha denunciato l’associazione Pro Natura di Torino spiegando la situazione critica del Piemonte.
Veronesi lascia l’Agenzia per la sicurezza nucleare: “Non voglio occuparmi solo di scorie”
Un nulla di fatto. Si conclude così l’esperienza del celebre oncologo italiano Umberto Veronesi alla guida dell’Agenzia per la sicurezza nucleare, un ruolo che aveva assunto tra mille polemiche, suscitando scalpore con dichiarazioni che resteranno note a tutti come il dormire sonni tranquilli con nel letto le scorie. In una lettera indirizzata al Governo, Veronesi motiva il suo abbandono, parlando di un istituto senza forma, mai decollato.
Scorie nucleari, approvata legislazione UE
Ci vorranno dei bunker per stoccare le scorie nucleari. E’ questa in sostanza la decisione della Commissione Europea che ha deciso sulle modalità di smaltimento dei rifiuti provenienti dalle centrali nucleari. Una modalità di smaltimento che, per quanto sarà stringente, renderà ancora meno economico utilizzare questa fonte energetica. Il provvedimento varato ieri pone i confini dell’azione in materia nucleare, facendo un po’ d’ordine nella giungla di scorciatoie ed altri escamotage trovati dai Paesi che detengono le scorie, compresa l’Italia che, ricordiamo, anche se non ha centrali nucleari attive, ancora non riesce a smaltire quelle di 30 anni fa.
Nucleare: “Si vada al referendum e decidano gli italiani”
Sulla scia dell’allarme nucleare delle centrali in Giappone, anche l’Italia ricorda del possibile rischio per l’apertura di nuove centrali nel Paese. Tra chi non cambia idea nell’una e nell’altra parte, si mette in mezzo Antonio Di Pietro che ha dichiarato:
Si vada al referendum e chiediamo agli italiani ‘siete disposti a rischiare la vita per il nucleare o volete l’energia pulita’?
Inquinamento radioattivo
Inquinamento radioattivo
Trattasi di un livello anomalo di radioattività di origine antropica nell’ambiente. La radioattività, o decadimento radioattivo, è l’insieme di processi fisico-atomici a mezzo dei quali alcuni nuclei atomici instabili (radionuclidi) o radioattivi decadono (trasmutano) in una specie atomica a contenuto energetico inferiore in accordo con la legge di conservazione della massa e dell’energia energia e raggiungendo così uno stato di maggiore stabilità.
Tale trasmutazione avviene in vari modi: per emissione di protoni e neutroni dal nucleo e per la cattura elettronica. Ogni tipo di decadimento emette in genere dei raggi. I raggi alfa e beta sono composti di particelle con carica elettrica, perciò interagiscono quasi immediatamente con la materia circostante venendo immediatamente assorbiti, i raggi gamma e i neutroni invece, elettricamente neutri, vengono assorbiti solo per urto diretto contro un atomo o un nucleo atomico pertanto possono propagarsi per lunghe distanze.
Scorie nucleari, in Italia già si contano 100mila metri cubi
Il problema della gestione in sicurezza delle scorie nucleari è tutt’altro che semplice e chiaro: non si è affrontato finora il modo in cui le scorie verranno smaltite, quali sono i danni e le conseguenze anche a lungo termine dell’inquinamento prodotto dalla loro radioattività, non si è parlato delle malattie che possono procurare sulla popolazione. Se lo spot di Greenpeace lancia l’allarme su come smaltire le scorie nucleari che possono rimanere radioattive per secoli e per miliardi di anni, Legambiente tira un po’ le somme del danno.
La campagna contro il nucleare promossa da Legambiente, come sempre, mette in gioco volontari ed esperti e professionisti del settore. Questa volta a dare un parere è il coordinatore dell’ufficio scientifico di Legambiente, il geologo Giorgio Zampetti, che informa
Oggi nel nostro Paese si contano 100mila metri cubi di scorie nucleari già esistenti, di cui 27mila metri quadrati derivanti dalle attività delle vecchie centrali nucleari, fermate dal referendum del 1987, cinquantamila metri cubi prodotti dallo smantellamento delle vecchie centrali, e 20mila metri cubi di rifiuti nucleari che arrivano dalla ricerca e dalle attività ospedaliere e industriali.
Nucleare, Greenpeace: “L’affare di oggi. Il bidone di domani”
Greenpeace lancia un nuovo spot contro il nucleare. Se finora ci siamo preoccupati della localizzazione dei nuovi impianti, del cemento che distrugge altro verde e dell’esigenza reale dell’energia nucleare per
“Dormiamo con le scorie nucleari”: questa ed altre “sparate” di Veronesi denunciate da Greenpeace
Dormireste mai con delle scorie nucleari nel letto? Probabilmente, sapendo che esse sono altamente radioattive e portano al cancro direste di no, ma c’è qualcuno che ha dichiarato di volerlo fare: il prof. Umberto Veronesi. Saremmo curiosi di vederlo dormire abbracciato ad un barile grondante liquido velenoso, ma è proprio quello che, secondo Greenpeace, avrebbe detto il più famoso oncologo italiano.
L’associazione ambientalista che più di tutte si sta battendo per evitare il ritorno al nucleare in Italia ha lanciato una campagna per rendere note al pubblico le “sparate” (così le hanno definite) di colui che, dall’alto della sua esperienza, dovrebbe rassicurare gli italiani sulla non pericolosità di questa fonte energetica.
Nucleare, Greenpeace versus Veronesi: sulla sicurezza è guerra aperta
Di chiaro nel ritorno al nucleare italiano c’è l’incertezza. La scarsa, per non dire nulla, trasparenza sui siti di localizzazione delle scorie e delle centrali, l’inesistente campagna di informazione (e non di propaganda!) volta a rispondere ai mille leciti dubbi dei cittadini. Una svolta energetica di questo tipo, è assodato, non può e non dovrebbe avvenire in un simile clima di tensione, senza la serenità e la maturità necessarie ad un passo cruciale per la vita del Paese, che dovrebbe procedere di concerto con le Regioni, con l’opinione pubblica, con l’opposizione. Altrimenti non sarà l’Italia a tornare al nucleare, quanto il Governo ad avvalersi dell’appellativo di atomico, con le sue scelte pesanti come bombe che scatenano altrettante reazioni dal mondo che fa opinione oggi nel nostro Paese.
A questo proposito oggi vogliamo tornare sull’argomento, tanto controverso, della presidenza dell’Agenzia per la Sicurezza Nucleare all’oncologo di fama internazionale, nonché senatore PD, Umberto Veronesi. Un incarico che ormai sembra scontato gli appartenga ma che solleva molti dubbi e perplessità.