Xylella fastidiosa, contro il batterio pesticidi ovunque nel Salento

Il cosiddetto batterio killer degli ulivi, la Xylella fastidiosa, sembra aver contagiato alcuni alberi del brindisino. Mentre la patologia si diffonde, tuttavia, c’è chi teme più la cura dell’infezione, cura che secondo la Regione consisterebbe nello spargere pesticidi ovunque, su piante, terreni, muretti a secco, terreni pubblici. Per varie tipologie di tumori il Salento detiene già dei tristi primati e la soluzione prospettata dalle autorità e alla quale a breve dovranno provvedere gli agricoltori, avvelenerebbe ancora di più la zona causando danni non solo a tutto l’ambiente, ma anche alla salute umana.

DL Terra dei Fuochi e Ilva, aggiunta la possibilità di screening gratuito

A view of the ILVA plant in the southernDL Terra dei Fuochi e Ilva, giungono modifiche di rilievo al decreto legge sulle emergenze ambientali: aggiunta la possibilità di screening gratuito per gli abitanti delle zone inquinate di Campania e Puglia, disposte maggiore risorse per l’attuazione dell’AIA per l’IVA, e altri interventi volti al sostegno, alla trasparenza e al controllo della filiera agroalimentare italiana.

ilva taranto rapporto mortalità tumori

Ilva Taranto, rapporto conferma mortalità e tumori più alti della norma

ilva taranto rapporto mortalità tumoriAnche se non ce n’era bisogno, il Ministro Clini è stato smentito a proposito della sciocchezza detta qualche settimana fa che a Taranto il numero dei decessi per tumore sono “nella norma”. A fornire i dati ufficiali, speriamo stavolta definitivi, c’è il rapporto dell’ISS Sentieri che, a nostro parere volutamente, è stato fatto uscire in ritardo qualche giorno dopo l’Aia 2012, altrimenti l’autorizzazione sarebbe dovuta essere molto più severa. Cosa dice il rapporto? In sostanza ciò che i tarantini già sapevano: l’Ilva uccide.

ilva taranto denuncia verdi

Ilva Taranto, la denuncia dei Verdi: “il Ministro nasconde i dati”

ilva taranto denuncia verdiContinua la polemica sull’Ilva di Taranto, ed in particolare sul numero di morti e di malati di tumore che secondo il Ministro dell’Ambiente Corrado Clini sono “nella norma”, secondo chiunque altro invece sono decisamente troppo alti. Dopo la dura polemica con l’Ispra, oggi nella diatriba si inseriscono i Verdi con il loro rappresentante, Angelo Bonelli, che porta di fronte all’opinione pubblica numeri ben diversi da quelli mostrati dal Ministro.

Fukushima disastro nucleare

Ambiente, Tepco accusata per Fukushima

Fukushima disastro nucleareA distanza di oltre un anno, continuano le indagini per trovare i responsabili dell’incidente nucleare più dannoso della storia, dopo Chernobyl: quello accaduto in Giappone nel marzo 2011 a seguito del terremoto e dello tsunami che ha danneggiato gli impianti di Fukushima. Con oltre 1.300 vittime e oltre 2.500 malati di tumore per le radiazione, il disastro di Fukushima, trova oggi una spiegazione che non servirà a risarcire i familiari delle persone che hanno perso la vita per l’incidente nella centrale nucleare o che si sono ammalate, ma porrà fine a molte domande.

Centrale nucleare di Garigliano, nani sulle spalle di nani nel ritorno all’atomo all’italiana

La Campania è una delle poche Regioni che ha dimostrato una certa apertura al nucleare in Italia e noi, cari amici, volevamo vedere cosa aveva da insegnare da proporsi con tanta veemenza. E vediamolo questo know-how campano sul nucleare. L’amministrazione regionale è pronta ad ospitare sul suo territorio nuove centrali quando non ha ancora finito di fare i conti con della semplice immondizia. Senza menzionare la pesante eredità del passato atomico italiano. A questo proposito parliamo oggi della centrale nucleare di Garigliano, partendo dalla breve ma efficace cronistoria che ne fa il WWF Aversa.

Il reattore ad acqua bollente (BWR) di 160 MegaWatt, scrive l’associazione, era un modello obsoleto già ai tempi della sua realizzazione, iniziata nel 1959 e terminata nel 1964. Gli incidenti, e non vi stupite, iniziarono prima della fine dei lavori, nel 1963. Diciotto gli incidenti di rilievo fino al 1982. Nel novembre del 1980 una fuga radioattiva di Cesio 137, Cesio 134 e cobalto 60 provocò la morte di 25 bufale ed una moria di pesci.

Centrale nucleare Fukushima, gli scenari della contaminazione

Ne parla all’Ansa il professor Mauro Liberatore, esperto di medicina nucleare dell’Università La Sapienza di Roma, dei rischi di una contaminazione da fuga radioattiva per gli abitanti nell’area della centrale di Fukushima e zone limitrofe.
Liberatore spiega che in questi casi sono tre gli elementi determinanti: lo Iodio 131 (I-131), il Cesio 137 (Cs-137), e lo Stronzio 90 (Sr-90).

A dosi elevate possono scatenare l’insorgenza di tumori, maggiore è la dose di radiazioni assorbita, più alto è il rischio. In molti si saranno chiesti perché alla fetta di popolazione potenzialmente a rischio siano state distribuite pillole di iodio. A questa domanda risponde il professor Paolo Vitti, dell’Istituto di Medicina Nucleare di Pisa:

La contaminazione da radiazioni avviene principalmente in due modi, per irradiazione diretta o per ingestione di cibi contaminati. Le pillole di iodio stabile servono a saturare la tiroide impedendo che venga contaminata dallo iodio instabile che danneggia la cellula a livello di DNA facilitando così l’insorgenza di tumori.

Smog, conseguenze dell’inquinamento indoor nelle scuole di Milano

Nelle ultime settimane Milano è stata al centro delle polemiche per l’inquinamento atmosferico da polveri sottili, con un inizio dell’anno a dir poco nero che ha visto il capoluogo lombardo esaurire a dir poco troppo presto il bonus di 35 giorni di superamento dei livelli consentito dalla normativa UE in materia.

Il magazine del Corriere della Sera, Sette, ha indagato su un altro tipo di inquinamento, quello indooor, spesso sottovalutato ma non certo meno rischioso per la salute pubblica. Lo ha fatto prendendo in esame luoghi che dovrebbero essere sicuri e a norma per quanto riguarda i rischi ambientali: gli edifici in cui i bambini e  i ragazzi studiano e crescono, le scuole.

Sindrome di Quirra, quando l’inquinamento nascosto mette in pericolo la salute

Le polemiche sugli effetti delle basi militari sul territorio circostante sono destinate a durare presumibilmente per sempre, ma una molto pesante è stata sollevata tempo fa dalla ricercatrice Antonietta Morena Gatti, direttrice del laboratorio dei biomateriali dell’Università di Modena la quale, supportata dall’Associazione Amici della Terra e dal Gruppo d’Intervento Giuridico, ha chiesto maggiori controlli sulla base del Salto di Quirra, in Sardegna.

La base militare, afferma la studiosa, emetterebbe

Particelle infinitesimamente piccole (le nanoparticelle) di materiali esplodenti e di metalli, quali il tungsteno, che possono provocare tumori gravissimi e, forse, malformazioni.

Inquinamento e tumori: l’Aiom annuncia documento che ne attesta il legame

Non c’è bisogno di fare allarmismi, ma nemmeno di sottovalutare il problema. E’ questo il succo delle anticipazioni che l’Aiom (Associazione Italiana di Oncologia Medica) ha annunciato prima della pubblicazione del suo ultimo documento che certamente diventerà un punto di riferimento nel dibattito sul legame tra tumori e inquinamento.

I dati sono a volte contrastanti (dipende molto da chi finanzia la ricerca), e la querelle tra chi dice che l’inquinamento, specie quello dei rifiuti, provochi tumori, e chi invece lo nega, continua ormai da anni. Ciò che per certo si può dire in questo momento è che litigare sulla questione dei rifiuti è, almeno adesso, inutile. Non ci sono dati sufficienti per supportare l’una o l’altra tesi, e quindi è controproducente affermare che provochino il cancro oppure no.

Vegetarian week per oltre 6 milioni di italiani

Il numero dei vegetariani nel nostro Paese è in forte aumento, e ha raggiunto la cifra record di 6 milioni di persone. Per loro è stato istituito il Vegetarian week, il fine settimana dedicato a chi non mangia la carne. La loro scelta di vita è sintetizzata nelle parole di Ilaria Ferri, direttore scientifico dell’Ente Nazionale Protezione Animali (ENPA)

Solo il 20% della popolazione mondiale ha regolare accesso alle risorse alimentari mentre il 26% della superficie terrestre è letteralmente invaso dagli allevamenti, ai quali è imputabile l’emissione del 18% dei gas serra, la distruzione di milioni di ettari di foreste e la perdita di biodiversità, nonchè la produzione annua di 1.050 miliardi di tonnellate di deiezioni.

Per allevare e crescere gli animali da macello occorrono moltissime risorse: è stato calcolato che per produrre 1 kg di carne occorrono oltre 16 kg di foraggio, annaffiato con acqua, e distribuito con mezzi di trasporto. Ma è vero che mangiare carne inquina?

Può un particolare tipo di eucalipto essere cancerogeno?

Eucalyptus nitens

Un’incredibile notizia che, se venisse confermata, potrebbe essere molto più che preoccupante, arriva dalla Tasmania. Un medico australiano, un ecologo marino, e gli allevatori ostriche locali hanno lanciato un allarme qualche settimana fa su una vicina piantagione in monocoltura di Eucalyptus nitens. Secondo queste persone infatti, essa può essere la causa dell’avvelenamento delle riserve idriche locali, il quale ha causato tumori rari e mortalità elevata nelle ostriche lì allevate. Tuttavia, la tossina non deriva dai pesticidi usati per proteggere le colture dalle specie invasive, come originariamente si era pensato, ma sembra provenire proprio dagli alberi stessi.

La tossina è in realtà proveniente dagli alberi in monocultura

ha spiegato il biologo marino Marcus Scammell al giornalista del programma che per primo, in Australia, ha recepito l’allarme, e cioè lo show Today.

Navi a perdere, rifiuti tossici nel relitto del mistero a Cetraro

jolly rosso nave a perdereLe chiamavano navi a perdere, imbarcazioni da far inabissare nella profondità delle acque con il loro carico di rifiuti tossici. Scorie radioattive da smaltire illegalmente con un metodo che fruttava un giro di affari di milioni di euro alle cosche della ‘ndrangheta. E il relitto ritrovato in questi giorni negli abissi del mar Tirreno, a largo delle coste di Cetraro, nota località balneare calabrese, potrebbe proprio essere uno di quegli scheletri nell’armadio tirato fuori da un pentito di mafia nel 1992. Trattasi di Francesco Fonti, che in una dichiarazione spontanea, avrebbe riferito di un gruppo di tre imbarcazioni fatte sparire nei fondali calabresi.

Una di queste, la Cunski, risponde perfettamente alle prime descrizioni riportate dalle autorità competenti sul relitto ritrovato. Un vecchio mercantile lungo 110 metri, individuato a circa 20 miglia nautiche dalla costa, incagliatosi ad una profondità di circa 480 metri. A localizzare la nave a perdere è stato il giro di ricognizione di un mezzo telecomandato sottomarino, in dotazione alla nave utilizzata dalla Regione Calabria nell’ambito di una perlustrazione voluta dalle autorità competenti proprio per far luce sull’eventualità di depositi di materiali tossici e scorie radioattive nei fondali tirrenici.

“Taranto la città malata”, dall’Ilva alle pecore contaminate da diossina

Risale al 2005 il video shock realizzato da Vittorio Vespucci, un tarantino che vive a Treviso dal 1995, dal titolo cupo come una nube tossica:”Taranto, la città malata“. Immagini crude di cieli inquinati dal mostro, lo stabilimento dell’ILVA, che da solo produce elevate quantità di diossina.
In questa città della Puglia, il numero delle morti per tumori è aumentato di oltre il 100% dal 1971 ad oggi. Pensate che l’Ilva di Taranto è responsabile da sola di ben il 9% delle emissioni totali di diossina prodotte in tutta Europa.

A distanza di tre anni da quel filmato di denuncia, vogliamo ripubblicare quelle immagini di degrado ambientale e abbandono del territorio. Oggi, infatti, si ritorna a parlare dell’ILVA dopo le recenti proteste dei cittadini, tra l’altro mai placatesi, che mirano più che a far chiudere la fabbrica, che da’ migliaia di posti di lavoro alla popolazione locale, a trovare soluzioni alternative, come l’adeguamento a parametri e a norme meno inquinanti e più rispettose non solo dell’ambiente, ma della salute degli abitanti del posto, gravemente compromessa dalle emissioni.