Video shock: tigre di Sumatra uccisa dalla deforestazione

di Redazione 4

Un video shock girato dai volontari di Greenpeace ha reso nota al mondo una delle tante e terribili conseguenze che l’attività di grandi aziende come l’APP (Asian Pulp & Paper) produce. Il video, che già fa scalpore sul web, ritrae una povera tigre di Sumatra, una delle ultime 400 esistenti al mondo, rimasta intrappolata in una gabbia che non era stata preparata per lei.

La trappola era destinata ai cinghiali che, avvicinandosi troppo agli insediamenti umani, finivano con il distruggere i raccolti. Ma come ci era finita quella tigre così vicina all’uomo? La spiegazione la si intuisce dalle immagini successive, le quali riprendono una radura immensa completamente deforestata.

L’APP infatti, nonostante si autodichiari azienda attenta all’ambiente nelle pubblicità che girano da settimane in tv, continua a distruggere uno dei polmoni del pianeta per produrre packaging per alcune aziende come Mattel, Hasbro e Disney. E così mentre i bambini sorridono per il nuovo giocattolo o la caramella, le tigri muoiono affinché questi prodotti possano essere incartati.

A causa della distruzione delle loro foreste, le ultime tigri di Sumatra sono costrette ad avvicinarsi sempre di più agli insediamenti umani dove restano vittima delle trappole per la cattura dei cinghiali. Ogni anno, infatti, solo nella provincia di Riau 1.600 kmq di foresta, una superficie superiore all’intera area urbana di Roma, vengono distrutti a causa della produzione di polpa di cellulosa e olio di palma.
Se APP non trattasse preziosi ecosistemi come carta straccia e per farne packaging, quel magnifico esemplare di tigre non si sarebbe mai avvicinato a un villaggio, restando intrappolato fino a morire dopo sette giorni di agonia

afferma Greenpeace in una nota, nella quale ricorda che l’azienda non ha risposto ed ha continuato a lavorare come se niente fosse, dopo le migliaia di denunce piovutegli addosso negli ultimi anni. Possiamo tutti chiedere all’APP di smetterla con questa pratica brutale attraverso il form di Greenpeace, almeno per non restare fermi di fronte a queste tragedie che tolgono il respiro e per salvare esemplari come questo.

 

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