Biodiversità, nasce in Sicilia l’osservatorio della biodiversità marina e terrestre

di Redazione Commenta

Un Osservatorio per monitorare la salute degli ecosistemi e la biodiversità degli ambienti marini e terrestri è stato inaugurato oggi in Sicilia, dopo una fruttuosa collaborazione tra il Dipartimento dell’Ambiente della Regione Sicilia, il Consiglio Nazionale delle Ricerche (CNR), l’Agenzia regionale per la protezione dell’ambiente e l’Istituto Superiore per la Protezione e la ricerca ambientale.

La firma dell’accordo assume ancora più importanza con la Giornata Mondiale della Biodiversità alle porte, e con l’acquisizione dei primi risultati delle ricerche compiute a livello internazionale sulla biodiversità e sugli animali a rischio estinzione.

L’osservatorio avrà anche il compito di educare e formare grandi e piccini alla scoperta del ricco patrimonio naturalistico e faunistico della Sicilia. Come spiega l’assessore al Territorio e Ambiente della regione siciliana, Gianmaria Sparma

La firma di questo accordo di programma, che simbolicamente avviene proprio in corrispondenza della Giornata Mondiale della Biodiversità che si celebra domani, mira a creare una sinergia tra le migliori competenze e professionalità nel campo ambientale e marino. La regione avrà così, per la prima volta, uno strumento operativo nel campo della ricerca scientifica di rilievo strategico.

e allo stesso tempo, come aggiunge il direttore del Dipartimento Terra del CNR, Enrico Brugnoli

rappresenta un risultato molto importante sotto molti punti di vista: per la ricerca, la valorizzazione e la conservazione delle risorse naturali e paesaggistiche e il loro uso sostenibile, e per la diffuzione delle conoscenze scientifiche.

Un altro aspetto da mettere in risalto è il luogo in cui l’Osservatorio avrà la sua sede, ossia il CNR di Capo Granitola, in provincia di Trapani, nei pressi dell’ex-tonnara, oggi acquisita dal nuovo ente di ricerca e sviluppo della biodiversità marina e terrestre. E’ questo un ambiente marino di notevole interesse dal punto di vista naturalistico, allo stesso tempo molto vicino all’Africa, e dunque ponte strategico per la ricerca internazionale.

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[Fonte: Il Tempo]

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