No alle trivelle nel Canale di Sicilia

di Redazione 1

Alla ricerca del petrolio perduto, perforando a morte la biodiversità, un patrimonio immenso di flora e fauna marina, presente nel canale di Sicilia, per scovare granelli di energia nascosti nelle profondità ignorando l’impatto ambientale di simili perlustrazioni, ferite altrettanto profonde per gli ecosistemi. Uno scempio che verrà avviato dalla Audax Energy al largo di Pantelleria. Dopo l’appello di Greenpeace al Ministro dell’Ambiente, l’Onorevole Stefania Prestigiacomo, un’altra voce si leva forte contro le trivelle in questo tratto di mare, quella della LIPU che ha sempre combattuto per difendere gli habitat degli uccelli marini proprio in quell’area e che ora rischia di veder vanificati gli sforzi compiuti per tutelare la fauna.

Ci associamo alla richiesta inoltrata da Greenpeace al ministro dell’Ambiente affinché blocchi le esplorazioni nel canale di Sicilia alla ricerca di depositi di petrolio, esordisce l’associazione ambientalista.

Il presidente di LIPU Birdlife-Italia, Fulvio Mamone Capria, ci spiega che da anni volontari ed associati stanno compiendo uno sforzo per difendere la biodiversità nel canale di Sicilia oltre che denunciando apertamente i rischi che corrono gli uccelli marini per altri fattori non meno incisivi delle perlustrazioni, quali l’inquinamento dei mari, lo sfruttamento eccessivo delle risorse ittiche con una pesca insostenibile che toglie risorse vitali e sostentamento proprio agli uccelli marini. Tra questi la berta maggiore che sta attraversando, più delle altre specie, un periodo di gravi difficoltà subendo l’effetto dei contaminanti ambientali e della mancanza di cibo.

La LIPU chiede non solo che si blocchi questo scellerato progetto di perlustrazione da parte della compagnia energetica ma anche che si istituisca un’area protetta per tutelare il patrimonio di biodiversità della zona:

La tutela di queste aree marine, delicati ecosistemi ricchi di specie animali e vegetali che verrebbero alterati dalle attività di estrazione del petrolio, passa anche attraverso l’istituzione di aree protette. Per questo chiediamo al ministro Prestigiacomo di adoperarsi affinché blocchi le ricerche e istituisca aree protette per la tutela di questi splendidi ambienti marini.

Un appello che speriamo non resti inascoltato.

Commenti (1)

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