Britney Trifford, una 17enne della Nuova Zelanda scuote i potenti riuniti al vertice di Rio+20 con un intervento breve ma emozionante. In apertura della tre giorni brasiliana, la giovane, che si è definita “confusa e arrabbiata”, ha scandito il “Tick, tick, tick” dell’orologio, del tempo che passa mentre le promesse di sviluppo sostenibile e rispetto dell’ambiente, uniche misure in grado di garantire un futuro a tre miliardi di bambini nel mondo, restano inattese.
La 17enne Britney, nel suo discorso, ha dichiarato:
Il tempo sta scadendo. Sono confusa e arrabbiata per le condizioni del mondo, dobbiamo lavorare insieme per cambiare. Ci avete promesso di combattere la povertà, lo sviluppo sostenibile, la lotta contro i cambiamenti climatici. Le multinazionali si sono impegnate per rappresentare l’ambiente, il nostro futuro è in pericolo, sappiamo che il tempo corre. Avete 72 ore per decidere il destino dei bambini del mondo, l’orologio è scattato.
Non solo, ben conscia di quanto spesso in passato i buoni propositi ambientali non sono stati poi realizzati, ha continuato, riferendosi alle promesse di stati e multinazionali:
sono già state fatte in passato mentre il nostro futuro è sempre a rischio… siete qui per curare la vostra immagine o per salvarci, per fare un mondo migliore?
Parole chiare e forti, pronunciate davanti al segretario generale dell’ONU Ban Ki-moon, al presidente del Brasile Dilma Rousseff e ai rappresentati di quasi altre cento nazioni. Il discorso non può che richiamare alla mente quello tenuto vent’anni fa dall’allora dodicenne Severn Cullis-Suzuki al vertice del 1992 tenutosi a Rio de Janeiro, che la rese famosa come “la bambina che zittì il mondo per sei minuti”. Nel clima poco incoraggiante con cui si è aperto il vertice di Rio+20, è ancora una giovane a riportare all’attenzione di tutti il problema aperto, e sempre troppo trascurato, dei diritti delle prossime generazioni.
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